Disoccupazione giovani sopra livelli precrisi, bisogna agire

BRUXELLES – Complessivamente la crisi degli anni passati non ha stravolto il peso della disoccupazione giovanile rispetto al totale, tuttavia la Banca centrale europea torna a lanciare richiami su questo problema alle luce degli “elevati costi” che può proiettare sul futuro.

In un riquadro di analisi anticipato dal bollettino economico, che verrà pubblicato domani, l’istituzione monetaria rileva come nel 2013 il tasso di disoccupazione giovanile, inquadrato nella fascia di età 15-24 anni, abbia segnato un picco del 24 per cento nel 2013, sulla media dell’area euro. Successivamente la situazione è leggermente migliorata, con un 21 per cento sulle media 2016, valore che comunque resta di 6 punti percentuali più elevato rispetto ai livelli del 2007, prima che esplodesse la crisi.

Secondo la Bce sono necessari interventi sui mercati del lavoro “in alcuni Paesi” (e l’Italia è uno tra quelli in cui la disoccupazione giovanile è più alta). L’istituzione suggerisce di agire su 4 versanti. Primo, bisogna migliorare la rilevanza del lavoro nel sistema dell’istruzione, anche guardando agli schemi di apprendistato. Secondo, serve un sistema di fissazione dei salari che funzioni adeguatamente e in maniera “responsabile”, anche quando si vanno a fissare le retribuzioni minime. Terzo, secondo la Bce, vanno migliorati i servizi pubblici di inserimento nell’occupazione, anche nell’ottica di sostenere i disoccupati nella fase in cui si trovano privi di impiego. Quarto, la Bce raccomanda un aumento della flessibilità sugli orienti del lavoro mirata però a “facilitare la combinazione di studio e lavoro e la transizione dall’educazione all’occupazione”.

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