Mercati. Ancora allarme Grecia e USA

ROMA – Ancora una giornata di passione per i mercati finanziari, sono ancora loro, i timori per un contagio della crisi greca e il rischio di un imminente default degli Usa a trascinare al ribasso le borse europee con Milano che si conferma la peggiore del Vecchio continente con una flessione che al momento è intorno al 3%.

Resta però il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e tedeschi il vero problema ed il vero termometro della sfiducia che ha assalito il nostro paese, a cominciare dai suoi conti. Lo spread è infatti tornato a salire oltre i 300 punti arrivando fino ad un massimo di 313 punti base quando il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, ha precisato che l’Efsf, il fondo di salvataggio europeo, non avra’ carta bianca per l’acquisto di bond governativi sul mercato secondario e potrà intervenire solo in circostanze eccezionali e previa autorizzazione della Bce, lo spread si è poi attestato intorno ai 305 punti.

A preoccupare, e molto, gli investitori, c’è anche lo stallo in cui sono cadute le trattative per l’aumento del tetto legale del debito americano. La Camera Usa ha infatti deciso di fissare per giovedi’ il voto sul piano repubblicano, in quanto l’ufficio bilancio del Congresso ha dimostrato che la proposta da sottoporre al voto di riduzione del deficit non raggiungerebbe l’obiettivo dei 1.200 miliardi di dollari di risparmio. A questo punto lo Speaker della Camera, il repubblicano, John Boehner teme che l’ala di estrema destra del suo partito, il Tea party, non voti compatta per la proposta.

Si allontano quindi l’ipotesi attesa di un compromesso con ampi margini di sicurezza ed a pochi giorni dalla prima scadenza del 2 agosto, scadenza che potrebbe essere trascinata qualche giorno più in là raschiando il fondo del barile, i leader della maggiore potenza capitalistica del mondo giocano una partita squisitamente, meschinamente, miseramente elettorale ponendo il mondo intero davanti al rischio di un evento, il default tecnico degli USA, i cui effetti non sono neanche immaginabili.

La Casa Bianca ha anche annunciato di avere un piano B, una strada alternativa che al momento non è dato conoscere, e secondo molti commentatori l’unico vero rischio che correbbe l’economia USA è quello di un abbassamento del rating del proprio credito un rischio che ad oggi è quasi una certezza.

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