L’e-commerce e le ultime tendenze del consumo digitale

Sempre connesso attraverso il suo smartphone o gli altri accessori tecnologici, molto informato e attento alle dinamiche digitali. È questo l’identikit del nuovo consumatore “tech addicted”: è stata superata infatti, anche in Italia, l’era in cui internet era un semplice strumento per reperire informazioni e per restare in contatto con amici e parenti a distanza di chilometri.  

Ora internet è soprattutto commercio digitale, scambio di opinioni fra consumatori e recensioni di prodotti. Scenario ideale per le aziende che hanno intenzione di allargare il proprio giro d’affari e coinvolgere potenziali utenti anche a grande distanza. Certo, fare e-commerce non è per tutti, ma è pur vero che non è un’attività destinata solo ai grandi brand che per una strategia digitale possono permettersi spese faraoniche. Bastano poche e semplici mosse per catturare l’attenzione di un utente online: di fondamentale importanza in tal senso saranno il contenuto e il contesto a cui quest’ultimo è veicolato.

L’evoluzione del commercio impone per coloro che hanno intuito l’importanza dei dispositivi mobili la creazione di un’app dedicata al prodotto o servizio, con il duplice scopo di creare un rapporto più duraturo e fidelizzato con il cliente e al contempo di allontanarsi da ambienti “neutri” in cui è più facile “saltare” da un’offerta all’altra. In Italia la rivoluzione digitale non ha ancora cambiato totalmente il commercio, ma i segnali dati sinora sono importanti per un mercato in costante crescita. Lo dimostra il rapporto di Casaleggio Associati del 2017, che mette in mostra un commercio digitale ormai radicato nella quasi totalità della popolazione tra gli 11 e i 74 anni. Cresce il numero degli italiani che si connettono ad internet da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo. Questi dati positivi però non bastano a tranquillizzare le imprese attive o in fase di lancio sulla dimensione e-commerce, perché non è sempre facile fidelizzare i clienti “spaventati” da potenziali truffe e dalla distanza imposta dal mezzo digitale. Basti pensare che il 72% delle realtà aziendali italiani avrebbe un canale in grado di consentire la vendita online di prodotti e servizi, ma solo il 10% di questi brand ha effettivamente ricevuto ordini e che la spesa online media pro capite degli italiani non si avvicina neppure lontanamente a quella degli altri Paesi dell’Unione Europea.

A guidare l’evoluzione sono però sempre e comunque le logiche “mobile first”, visto che, secondo uno studio firmato da Criteo, 3 vendite su 10 effettuate da mobile sono precedute da un click effettuato su desktop, a testimonianza di una certa affinità dell’utente con la multicanalità per l’acquisto del prodotto o servizio desiderato. E non è un caso che tra i primi a credere in una strategia “mobile centrica” e multicanale siano stati i brand di fashion: la moda, soprattutto quella legata al pubblico più giovane, ha sempre avuto la necessità di utilizzare canali non convenzionali per comunicare con il proprio target-group. In questo settore, il web si è rivelato quindi sin da subito uno strumento molto utile. Ne è l’esempio Planet Sports, e-commerce tedesco di streetwear e abbigliamento sportivo che ha puntato forte sul digitale per promuovere uno stile casual e al contempo per offrire agli amanti degli sport d’azione una piattaforma ben fornita di accessori e attrezzatura per sport di nicchia. Nonostante la forte concorrenza, l’e-commerce continua ad ottenere importanti riscontri dai suoi clienti, composti in prevalenza da appassionati di discipline sportive, maggiormente abituati a sbrigare gli acquisti in pochi click. Nei prossimi anni, l’utenza digitale potrebbe essere ancor più invogliata ad effettuare acquisti online attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale per la parte di customer care, per un mercato che anno dopo anno si evolve diventando sempre più customer-friendly.

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