Lo Spread un telegramma dai mercati. Berlusconi vattene

ROMA – Poche volte si può riuscire a legare così strettamente la vita politica di un paese e le voci sul destino di un premier a quanto accade nei mercati.

Oggi i mercati si sono svegliati con un paese nel mirino, l’Italia. Lo spread ha ricominciato la sua folle ascesa fino a quasi 500 punti base: Il debito pubblico italiano è uno dei più grandi del mondo, la crisi, il petrolio, le tasse e tutte le altre cose che si dicono in questi casi sono però stati offuscati dalla voce di dimissioni del Presidente del Consigli.
Spumante a fiumi in Piazza Affari, con l’indice che balza in avanti di quasi il 3 per cento, unica piazza in tutta europa col segno più, e il malefico spread che ripiega e scende intorno ai 470 punti. Un messaggio cinico e chiarissimo, se lui se ne va il nostro paese può pagare di meno il proprio debito.
E ancora più chiaro diviene il messaggio quando sui mercati piomba la smentita, non se ne va da Palazzo Chigi.
Lo spread immediatamente risale e ora fa segnare circa 480 punti e la borsa scende.
E’ ormai chiaro che i mercati stanno facendo pagare all’Italia la ‘Tassa Berlusconi’, una certa parte dello spread cui siamo esposti è figlio dell’imprenditore che guida il nostro esecutivo. Che sia lo 0,50 o l’uno per cento, alla luce della enormità del nostro debito pubblico applicare questa ulteriore sovrattassa sulle nostre esauste finanze non è più sopportabile.

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