La BCE ‘regala’ 530 miliardi alle banche. Gli altri possono schiattare

ROMA – Un regalo di quelli grossi. Un regalo, soprattutto, che comincia ad essere inspiegabile.

Oggi la BCE ha finanziato a tassi agevolatissimi le banche di Eurolandia. Una pattuglia affollatissima di oltre 800 istituti bancari si sono messi in fila per ottenere questi prestiti, a fronte delle ‘appena’ 523 banche che avevano approfittato della prima asta effettuata a metà dicembre.
E valeva davvero la pena di fare la fila al freddo e al gelo, ma tranquilli nessuno ha chiesto alle banche un tale sacrificio, per accaparrarsi la astronomica cifra di 529,53 miliardi di euro al tasso di interesse annuale (vi prego di sedervi e rilassarvi) dell’uno per cento.
Poco più di un milione di miliardi di lire prestati a tassi ridicoli alle banche perché possano poi prestarle alle aziende ed ai privati in maniera da far ripartire l’economia e fronteggiare le ferree manovre di severissima austerità imposte per affrontare la crisi del credito.
In soldoni la BCE ha prestato alle banche la cifra di 1.606,83 euro per ciascun abitante di Eurolandia.

Mettetevi nei panni dei cittadini greci che stanno vivendo uno dei periodi più bui della loro ultramillenaria storia e si ritrovano ad affrontare tagli sanguinari per cercare di raccattare soldi ed adesioni al piano di ristrutturazione del debito nazionale ellenico in vista della grossa scadenza di titoli del prossimo 20 di marzo.

La maxi scadenza di debito nazionale è pari a 14,5 miliardi di euro e se la BCE avesse potuto prestare i medesimi 1.606,83 euro per ciascuno dei suoi 11.216.708 abitanti alla repubblica ellenica avrebbe predisposto un bonifico di oltre 18 miliardi, più che sufficienti per affrontare serenamente le scadenze di tutto ol 2012.

Come sappiamo però la BCE non può mettere i soldi direttamente dove servono perché la normativa europea lo vieta, ma deve utilizzare le banche private che, poverine, sono costrette a guadagnare miliardi di euro indebitandosi all’uno per cento ed acquistando titoli di stato al quattro per cento o prestandoli a cittadini ed imprese al sette.
Sacrifici immensi si possono imporre ai cittadini, pensioni sempre più basse ed alla soglia dei settant’anni  sono la base di ogni richiesta della UE,  ma l’idea di cambiare questa disgraziatissima normativa e smetterla di seppellire sotto palate di soldi le banche europee pare non voglia venire proprio a nessuno.

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