La Cina frena e manda in rosso l’Europa

BTP Italia partenza sprint, fermo ai blocchi lo spread

TRIESTE – Settimana all’insegna della positività quella appena conclusasi per la Borsa di Milano che, nel periodo compreso  tra il l’8 e il 12 aprile scorsi, ha conseguito un progresso del 3,47%, riducendo così il ribasso complessivo dell’indice da inizio anno al 3,03%.

I principali eventi che hanno influenzato la precedente ottava sono stati le aste dei Titoli di Stato italiani (positivi tutti i collocamenti e rendimenti in calo, con il Bot a tre mesi sceso al nuovo minimo storico dello 0,243% rispetto allo 0,765% dell’ottobre 2012), l’approvazione dei bilanci di Fiat e Fiat Industrial (dopo otto anni di gestione l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha potuto dichiarare all’assemblea dei soci che «gli obiettivi prefissi per il 2012 sono stati tutti raggiunti o superati», spingendo così il titolo ad un rialzo dell’1,61%) e l’aggiornamento sull’ammontare del debito pubblico domestico, sceso a febbraio a 2.018 miliardi di euro rispetto al massimo storico di 2.023 miliardi dello scorso gennaio (rilevazione Banca d’Italia).
La correlazione di quest’ultimo dato all’ulteriore flessione della produzione industriale (peggiore delle aspettative degli analisti) e del calo del tasso d’inflazione (-0,3% rispetto al mese precedente per effetto del calo dei prezzi dei beni energetici non regolamentati) ha portato il Tesoro a prevedere per il 2013 un calo del PIL (Prodotto Interno lordo) nell’ordine dell’1,3% ed una ripresa di ugual entità nell’anno venturo: secondo queste stime il disavanzo pubblico dell’esercizio in corso dovrebbe dunque attestarsi al 130,4% del PIL, per poi scendere al 129% nel 2014.
Questo sforamento del 130%, certificato dal Documento di Economia e Finanza (DEF), ha rinfocolato le preoccupazioni di Bruxelles nei confronti del nostro Paese, tanto che nel suo “Rapporto sugli squilibri macroeconomici” l’UE ha ammonito sul rischio contagio per il resto dell’Europa se i debiti di Italia e Francia dovessero innescare nuove turbolenze.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che in un’intervista pubblicata sul settimanale finanziario Milano Finanza ha affermato che nonostante gli effetti molto pesanti generati dall’eccessiva austerità i Governi non devono allentare il controllo sui conti pubblici, affiancando anzi ad esso opportuni stimoli alla crescita; critiche dal FMI anche sulla strada sinora intrapresa dalla Banca Centrale Europea (BCE), troppo timorosa di una ripresa della crescita dell’inflazione per adottare delle politiche monetarie che favoriscano una ripresa economica sin dalla seconda metà del 2013.
Se l’economia italiana è ancora profondamente in recessione, quella cinese dà segni di affaticamento (se così si può dire di un Paese che cresce a ritmo quadruplo rispetto agli USA) e la preoccupazione che anche il Celeste Impero fatichi a trainare la ripresa si riverbera sui mercati, prova ne è il rallentamento del PIL nel primo trimestre dell’anno. La minore crescita della produzione industriale e dei consumi ha condizionato il prezzo delle materie prime, schiacciando a sua volta le quotazioni dei titoli minerari ed energetici:  questa mattina la Borsa di Shanghai ha chiuso a -1,13%, Hong Kong ha perso l’1,4% mentre Tokyo ha pagato l’apprezzamento dello yen registrando un -1,55%.

 
Avvio contrastato per Piazza Affari e le principali Borse del Vecchio Continente, dapprima apparse in grado di assorbire il dato negativo della crescita cinese, in retromarcia a metà seduta frenate dalla sofferenza dei titoli ciclici, sempre in linea con le oscillazioni generali dell’economia, infine chiusura di seduta in flessione, sulla scorta dell’avvio negativo di Wall Street, frenata da dati macroeconomici inferiori alle stime; Milano chiude in territorio negativo nonostante il buon andamento del comparto bancario (FTSE Mib -0,48%, FTSE Italia All-Share -0,56%), in media con gli altri listini: Londra -0,77%, Parigi -0,53%, Francoforte -0,39%.
Tra i principali titoli italiani da segnalare i realizzi su Telecom conseguenti il balzo di venerdì dovuto alle scommesse su di una fusione con 3 Italia e lo scivolone (-3,60%) di RCS Media Group, dovuto ad un consiglio di amministrazione teso a causa di perdite per oltre mezzo miliardo di euro e ad un contestato piano di ricapitalizzazione.
Sul fronte obbligazionario, apertura di ottava particolarmente importante per il Tesoro italiano, che per la quarta volta chiama i risparmiatori a dare fiducia al Paese con la sottoscrizione dei Btp Italia, indicizzato all’inflazione italiana con cedole semestrali e durata quadriennale. 

A metà seduta sono stati acquistati più titoli di Stato quanti ne erano stati comprati dagli investitori nei primi due giorni nell’edizione record dello scorso ottobre (oltre 7 miliardi di euro oggi contro i circa 5 miliardi dell’autunno), una vera e propria corsa alle sottoscrizioni favorita in parte dalla facoltà che il Dipartimento si è riservato di chiudere l’emissione anticipatamente, qualora dovesse ritenere la domanda sufficiente: il direttore generale Maria Cannata ha infatti annunciato che se l’andamento del collocamento sarà paragonabile a quello di ottobre (raccolti quasi 18 miliardi) «sicuramente chiuderemo in anticipo» l’offerta.
In conclusione uno sguardo all’andamento del differenziale di rendimento tra il Btp ed il Bund con scadenza a dieci anni: lo spread tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco resta stabile a 308 punti base, con una cedola sotto al 4,35%; senza scossoni anche il raffronto tra i titoli con scadenza a due anni, la cui resa si mantiene attorno all’1,7%.

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