Piazza Affari in odor di presidenza UE ai massimi da aprile 2011

TRIESTE – La nuova ottava di Borsa si apre oggi sull’onda, ormai lunghissima, di quell’effetto Draghi che, pur continuando a dividere gli economisti, fa da traino ai listini, primo fra tutti Piazza Affari: giunta ai massimi dell’anno, riparte oggi alla rincorsa di quei 23mila punti che insegue dal lontano 2010.

Non tragga in inganno la generale euforia che sembra aver contagiato tutti i mercati, la settimana entrante si rivela piuttosto intricata per Borsa Italiana, costretta a destreggiarsi tra una turbinio di operazioni straordinarie (partono oggi gli aumenti di capitale di Monte dei Paschi di Siena, Popolare di Sondrio ed Italcementi) ed aste dei titoli di Stato (mercoledì sarà il turno dei Bot annuali mentre il giorno seguente toccherà al collocamento dei Btp) che, sommate al cruciale dato di domani sul PIL (il valore totale dei beni e servizi prodotti nel Paese) del primo trimestre, faranno luce sulle reali prospettive di crescita dell’Italia per l’anno corrente.

Archiviate le tensioni tra Russia e Ucraina grazie alla distensione operata dalle celebrazioni per i settanta anni dello sbarco in Normandia tra USA e Russia, è sempre il contesto politico internazionale a complicare la settimana entrante: mercoledì l’incontro a Berlino tra il presidente della Banca Centrale Europea (BCE) ed il cancelliere tedesco Angela Merkel (che non ha ancora commentato le mosse dell’Eurotower della scorsa ottava), dopo che l’ex consigliere della BCE Jürgen Stark aveva accusato Draghi di «mirare a Paesi specifici», in particolare Italia e Spagna, quali beneficiari di 200 dei 400 miliardi per il credito bancario, temendo un conseguente abbassamento della guardia sul consolidamento dei conti pubblici. Infatti, al fine di preservare la stabilità dei prezzi, la BCE ha annunciato misure volte al sostegno del processo di erogazione del credito all’economia reale, una serie di rifinanziamenti a più lungo termine (TLTRO) concessi alle banche per un periodo di due anni, finalizzati ad incrementare l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario, esclusi i prestiti per l’acquisto di abitazioni (mutui).

Con l’avvicinarsi del vertice europeo di fine mese i contatti fra i Governi dei 27 Stati membri in vista della presidenza italiana dell’Unione Europea (UE) stanno entrando in una fase frenetica, con al centro del confronto le proposte di politiche per l’occupazione e la crescita economica e, sullo sfondo, il successo dell’estrema destra francese ad indurre riflessioni in parte diverse da prima. L’agenda delle riforme per dare a ciascun Paese più capacità di competere e conti pubblici meno stanchi è fuori discussione, ma senza una spinta agli investimenti ed un deciso attacco alla disoccupazione la Francia rischia di trovarsi ostaggio del Front National, eventualità che l’Unione Europea non può permettersi.

È in questo contesto che è maturata la proposta del nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan di vincolare in modo stringente gli impegni di bilancio previsti dal Fiscal Compact con un’agenda di riforme nazionali, dettagliatamente redatta, concordata ed applicata conformemente alle raccomandazioni della Commissione e del Consiglio Ecofin (ministri finanziari) per ciascun Paese: in questo modo l’Italia potrebbe avere più tempo per ridurre il debito pubblico mentre altre nazioni potrebbero beneficiarne per diminuire il deficit. Parallelamente al patto fra tolleranza sui conti e riforme, nuovi progetti di investimenti in grandi opere europee nelle reti di trasporti e nell’energia potrebbero assorbire buona parte della disoccupazione, sempre che i relativi oneri non vengano fatti pesare troppo sui singoli Governi; la Banca Europea degli Investimenti (BEI) potrebbe co-finanziare o certificare i progetti oppure, ipotesi più gradita alla Germania, si potrebbero coordinare ed usare i fondi europei per questo scopo, con l’intento di attrarre finanziatori privati con emissioni di titoli per progetti specifici.

Berlino non esprime preclusioni all’idea di favorire grandi investimenti per l’occupazione, ma diffida di come vengono impiegati i fondi europei in Italia ed in altri Paesi, ipotizzando una Commissione che avesse il potere di indicare in quali progetti investirli e come; inoltre il 13 giugno il governo di Angela Merkel sottoporrà le proprie controproposte all’iniziativa dell’Italia al Bundestag. Il piano è stato concordato con il ministro delle Finanze Wolfgang Schaüble, con quelli dell’Economia Philipp Rösler e degli Esteri Guido Westerwelle; i suoi punti salienti, così come riportati dalla stampa tedesca, sembrano essere l’aumento di capitale della BEI, la destinazione di mezzi finanziari UE per la lotta alla disoccupazione giovanile, l’utilizzo del fondo sociale europeo per il miglioramento della formazione professionale nei Paesi più colpiti dalla crisi, l’armonizzazione vincolata delle politiche economiche e finanziarie dei paesi dell’Eurozona, con conseguente avvio di riforme strutturali finalizzate ad evitare uno sgretolamento dell’unione monetaria.

Si badi bene che l’Europa non è nuova a grandi tournée diplomatiche in vista di appuntamenti di spicco in agenda, anche se queste non costituiscono garanzia di risultati in grado di incidere sulla realtà; la novità semmai è il ritmo “più operativo” delle consultazioni, atte a spingere il sistema verso tempi più rapidi per le valutazioni e le scelte.

Nel frattempo Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), in un’intervista alla BBC ha espresso i propri timori sull’andamento dell’economia mondiale: «Non abbiamo ancora finito il nostro lavoro con la crisi. Dobbiamo continuare ad aiutare i Paesi ad uscire dalla recessione». Parole che, secondo quanto riportato dal Journal De Dimanche, sembrano trovare conferma nei tagli di spesa (1,6 miliardi di euro per le amministrazioni centrali e 2,2 per il sistema previdenziale) che il primo ministro francese Manuel Valls dovrebbe presentare al Consiglio dei Ministri dell’11 giugno.

Seduta positiva per i listini asiatici che aprono in rialzo l’ottava in scia ad incoraggianti dati macroeconomici. L’economia giapponese ha registrato una forte crescita nel primo trimestre del 2014, tanto che il Governo ha rivisto al rialzo il dato sul PIL dal precedente +1,5% all’attuale +1,6%; la domanda interna ha ricevuto una forte spinta dall’aumento dell’IVA deciso dal premier Shinzo Abe ed i consumi dei privati sono aumentati del 2,2%. La Borsa di Tokyo (+0,31%) ha chiuso in rialzo beneficiando del positivo rapporto sull’occupazione negli USA, con il settore immobiliare a risultare tra i migliori.

In Cina le esportazioni (+7%) sono cresciute oltre le attese mentre le importazioni sono diminuite (-1,6%), facendo impennare il surplus della bilancia commerciale dai $18,5 miliardi di aprile ai $35,92 miliardi di maggio, superando le previsioni degli analisti. Correlando il dato a quello dei nuovi posti di lavoro negli USA riportato venerdì, le prime due economie al mondo mostrano segnali di miglioramento che non possono che alimentare la fiducia nel mercato azionario: Hong Kong ha guadagnato lo 0,66%, mentre Shanghai ha chiuso piatta.

Avvio in rialzo per le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente, sospinte verso i massimi da inizio anno dal taglio dei tassi e dalle misure per  favorire il credito varate dalla BCE; la seduta è proseguita positivamente grazie alla conferma dell’accelerazione della congiuntura globale effettuata dai positivi dati macro di Stati Uniti ed Asia, con i listini a chiudere ben intonati: Parigi (+0,17%), Francoforte (+0,21%) che annota il superamento del muro dei 10.000 punti, Londra (+0,24%), Madrid (+0,9%).

Wall Street spinge gli acquisti dall’Asia all’Europa, in scia alla ripresa dell’economia degli Stati Uniti, ma sugli scudi è sempre l’Italia, dove in una giornata interlocutoria dal punto di vista macroeconomico dopo l’ottima performance registrata la scorsa ottava Piazza Affari (FTSE Mib +0,82%, FTSE Italia All Share +0,57%) inizia la settimana con gli indici in rialzo.

Buona intonazione del comparto bancario che continua a guadagnare sulla scia delle nuove misure di politica monetaria introdotte dalla BCE; Banca Mps fa segnare +20% teorico nel primo giorno di esercizio dei diritti di opzione nell’ambito dell’operazione di aumento di capitale dopo essere rimasta sospesa per l’intera giornata per eccesso di rialzo, con i vertici del colosso francese AXA a ribadire il proprio impegno commerciale e strategico con la banca senese. Al via oggi anche l’aumento di capitale della Popolare di Sondrio (-1%), con l’istituto ad assegnare ai propri azionisti un’azione gratuita ogni dieci possedute; senza scossoni Unicredit (+0,37%) ed Intesa Sanpaolo (invariata).

Riflettori accesi sui telefonici, con gli analisti di Exane a peggiorare ad “Underweight” (sottopesare) il giudizio del settore in Europa, sulla prospettiva che le performance dei titoli del comparto saranno inferiori alla media del mercato; Telecom Italia (+0,25%) in frazionale rialzo, consistente crescita invece per Tiscali (+6,57%), ancora in attesa dell’approvazione del bilancio del 2013.

Scivolone di Italcementi (-3,04%) nel primo giorno dell’aumento di capitale della società bergamasca, con gli analisti di Bernstein a rettificarne negativamente il prezzo obiettivo; confermato invece il giudizio “Market Perform” nella convinzione che l’aumento di capitale possa chiudersi con un risultato positivo.

Sul fronte del debito sovrano prosegue l’effetto BCE sui titoli di Stato europei, con il Btp che segna un calo di rendimento al 2,71% e uno spread sul Bund tedesco di 133 Bp (Basis point, punti base), nuovo minimo dall’aprile 2011. In picchiata il rendimento dei Bonos spagnoli decennali al 2,57%, livello persino inferiore al Treasury statunitense di pari scadenza (2,61%); lo spread Bonos-Bund viaggia ad appena 119 punti base.

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