Il terziario è ancora immerso nella crisi

Al Congresso Nazionale della Filcams Cgil, l’Osservatorio sul terziario di mercato

 

ROMA – Ripresa o non ripresa, cambio di governo per “la svolta buona”, il settore del Terziario è ancora immerso negli anni della crisi, con conseguenze devastanti sul mondo del lavoro.

È quanto emerge dai report sul commercio, turismo e servizi che compongono il progetto denominato “Osservatorio sul terziario di mercato” ideato e realizzato dal Comitato Tecnico Scientifico del Centro studi sociali della Filcams Cgil, che la categoria presenterà durante il Congresso di Riccione dal 9 all’11 aprile.

Il commercio è segnato dal calo dei consumi delle famiglie: dal livello più alto raggiunto nel 2007, a quello più basso, raggiunto nel 3° trimestre del 2013, essi si sono ridotti in termini reali del 7,3%. Una congiuntura che ha portato una contrazione delle vendite soprattutto nel comparto non alimentare, diminuite del 4,6%, contro una calo di 2 punti dei prodotti alimentari. Le piccole imprese hanno risentito più delle grandi, ed alcuni formati, in particolare l’ipermercato, stanno affrontando un periodo particolarmente difficile.

Dinamiche che ovviamente si sono riversate sull’occupazione; nel periodo compreso fra il 2007, e il 2012 il settore commerciale ha perso nel complesso 134 mila unità (-4%), che sono però il risultato di una riduzione di 152 mila unita indipendenti e una crescita di 18 mila unità dipendenti. In termini di occupati (numero di individui impiegati a prescindere dalla prestazione lavorativa), la perdita nel periodo risulta più contenuta, 57,3 mila unità (-1,7%), da ascrivere interamente agli indipendenti. Il diverso andamento di unità di lavoro e occupati è spiegabile sia con una maggiore diffusione del part-time sia con una riduzione delle prestazioni straordinarie. Si mantiene il posto, lavorando meno ore e con una riduzione del salario, e non si può fare altro che accettare questa situazione.

Nel turismo, l’anno passato è stato forse il peggiore dell’ultimo periodo, almeno per quanto riguarda gli Italiani. Poco lavoro, meno soldi a disposizione e incerte prospettive future in particolare per i giovani: condizioni negative per incentivare la voglia di viaggiare.

Meno viaggi e vacanze, quindi, o più brevi, per poter spendere meno.  Per fortuna, lo scenario del turismo italiano non è fatto solo di domanda in calo, di crisi aziendali, di imprese che chiudono: l’Italia è un paese affascinante, pieno di risorse,  e gli arrivi dall’estero non mancano. Russia, Brasile, ma anche Indonesia o Turchia, economicamente più forti, scelgono l’Italia tra le mete dei loro viaggi.

Imprese instabili, e lavoro più elastico, sono queste le conseguenze: determinato, parziale, stagionale,  intermittente fino a diventare “a chiamata”; l’incertezza e l’aleatorietà dal mercato si è trasferita alle imprese, e da queste ai lavoratori. Il sistema turistico, anche se a fatica, sta tenendo, molto meglio di tanti altri comparti dell’economia, e senza il sostegno pubblico, né aziendale né settoriale.

Diverse le dinamiche nei settori dei servizi di Pulizia e della Ristorazione collettiva che avevano retto discretamente all’impatto della grave crisi scoppiata nel 2007. Il trend è purtroppo ora cambiato e se  il 2010 aveva rappresentato l’anno di maggiore espansione dei due settori, nel 2011 si è verificata una sensibile diminuzione in termini di occupazione e fatturato, parzialmente recuperato nel 2012. Complessivamente nel biennio 2011- 2012 si sono persi quasi 21mila posti di lavoro e quasi mille e 400 milioni di fatturato.

Questa situazione sta provocando un alto tasso di incremento di ricorso alla Cassa Integrazione, ancorché, in valore assoluto, i dati restino di gran lunga inferiori a quanto riscontrabile nei settori dell’edilizia e manifatturiero. Anche in questo comparto prevalgono forme di lavoro part-time.

Situazione difficile quindi, per l’Universo Terziario, ancora in balia della recessione. Nella speranza che davvero si possa assistere ad un cambio di passo, la Filcams continua il suo impegno per la tutela del lavoro e dei lavoratori.

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