I nuovi equilibri del mercato del lavoro: una via per uscire dalla disoccupazione

 

Partendo dai dati sempre più sconcertanti circa i livelli di disoccupazione in Italia e in Europa, ci si deve concentrare sulla strada da percorrere per uscire dalla crisi e favorire la crescita 

ROMA – La disoccupazione è lo spettro contro il quale ci troviamo a combattere ormai da troppi anni. La crisi economica iniziata nel 2008, ma i cui segnali erano ben visibili già molto tempo prima, continua incessante a lasciare scie di disperazione dietro di se. E se tra il 2007 e il 2013 la percentuale di non occupati in Italia è passata dal 6,1% al 12,2% (dati Eurostat), nel secondo trimestre del 2014 è stata registrata un’ulteriore riduzione tendenziale del numero di lavoratori, il -0,1%, pari a circa -14.000 persone (dati ISTAT). 

Le fasce più colpite restano quelle tra i 15-34 anni e tra i 35 e i 49 anni (-4,0% e -1,6%, rispettivamente), dato per nulla confortante se si pensa alle prospettive future cui sono esposte le nuove generazioni. Sempre più giovani italiani sono portati a lasciare il paese, in cerca di condizioni migliori e di opportunità che non sempre, tuttavia, è facile trovare fuori dai nostri confini. 

In Europa, infatti, il problema della disoccupazione non riguarda solo noi. Secondo i dati Eurostat il tasso di disoccupazione generale nei 28 Stati membri dell’UE è cresciuto del 10% in 5 anni, dal 2008 al 2013. E ancor più allarmante è la situazione vissuta dai giovani europei: oltre uno su cinque, infatti, non riesce a trovare un lavoro (22,8%, che in alcuni paesi – tra cui proprio l’Italia – arriva a toccare la soglia del 40%).

Eppure, alla base di numeri così preoccupanti c’è anche l’incapacità dei Paesi di sapersi adattare ad un mercato del lavoro profondamente cambiato rispetto al passato, governato da nuovi paradigmi imposti dalla crisi economica e che, molto spesso, ci porta ad assistere alla più eclatante incongruenza dei nostri tempi: alti livelli di disoccupazione (soprattutto giovanile) accanto a un’offerta di lavoro che fatica a trovare candidati adeguati per conoscenze e competenze.  

Negli ultimi anni sono nate nuove figure professionali sconosciute precedentemente, sulla base soprattutto dell’avanzamento tecnologico cui il mondo sta andando incontro. La richiesta di questi profili da parte delle aziende è esplosa all’improvviso lasciando impreparate intere nazioni, tra cui la nostra. 

La formazione in tal senso ha un ruolo centrale, intendendo con questo termine non solo quella scolastica ma anche e soprattutto una formazione specialistica mirata, sulla base delle esigenze del mercato del lavoro, utile a plasmare i professionisti che servono al nuovo sistema. 

L’incontro tra domanda e offerta, al momento molto limitato, permetterebbe la riqualificazione di numerose persone e di conseguenza riattiverebbe il meccanismo di crescita dell’intero continente. È un percorso lungo, importante, che passa attraverso l’innovazione, la ricerca, definizione di politiche capaci di mettere le persone al centro della crescita.

Politica, scuole, imprese, start-up, giovani talenti rivestono tutti un ruolo fondamentale in questo processo e proprio di loro si parlerà a Bruxelles il prossimo 24 ottobre nell’ambito della IX edizione dell’East Forum 2014, evento organizzato da Unicredit e promosso dalla rivista East con l’obiettivo di approfondire gli argomenti riguardanti lavoro, giovani e futuro.

Un focus specifico riguarderà l’evoluzione del mercato del lavoro e il ruolo giocato dall’Unione Europea nel processo di creazione delle condizioni ottimali volte a favorire lo sviluppo di nuove opportunità.

L’evento è organizzato in partnership con lo European Council for Foreign Relations (ECFR), sotto l’egida della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.

Per ulteriori informazioni su ospiti e agenda: http://www.eastforum.it/it/programma_EF.php

    

 

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