La local tax vale 26 miliardi di euro

Bortolussi: “Dal 2011 botteghe, negozi e uffici hanno subito un incremento del prelievo fiscale superiore al 100 per cento”

ROMA – L’eventuale sostituzione di una serie di tasse comunali con la local tax porterebbe in un’ “unica” soluzione 26 miliardi di euro nelle casse  dei Comuni italiani.   A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elencato le principali imposte/tasse comunali e i relativi gettiti che potrebbero essere sostituiti dalla nuova “tassa unica”  che i Sindaci dovrebbero applicare a partire dal 2016. 

Ebbene, tra Imu e Tasi (21,1 miliardi di euro), l’addizionale comunale Irpef (4,1 miliardi di euro),  l’imposta sulla pubblicità (426 milioni di euro), la tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche (218 milioni di euro), l’imposta di soggiorno (105 milioni di euro) e l’imposta di scopo (14 milioni di euro),  il gettito totale si aggira sui 26 miliardi di euro: soldi  che i Sindaci dovrebbero incassare con la local tax. 

I principali tributi comunali  che potrebbero essere  assorbiti dalla local tax a partire dal 2016

Descrizione

milioni euro

IMU/TASI

21.136

   di cui IMU

16.529

   di cui TASI

4.607

Addizionale comunale IRPEF

4.159

Imposta sulla pubblicità e diritti pubbliche affissioni

426

Tassa per occupazione spazi e aree pubbliche

218

Imposta di soggiorno

105

Imposta di scopo

14

Totale

26.058

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze

NOTA

a)    Il gettito IMU degli immobili della categoria “D” non comprende la quota  destinata allo Stato. Il gettito IMU sugli immobili di categoria “D” (capannoni) è destinata allo Stato per la parte corrispondente all’applicazione dell’aliquota base del 7,6‰; mentre è di competenza dei Comuni la parte di gettito riferita ad eventuali maggiorazioni rispetto alla predetta aliquota base. I dati esposti più sopra sono gli ultimi disponibili. In particolare, il gettito relativo all’addizionale comunale IRPEF, all’IMU e alla TASI è riferito al 2014, tutti gli altri importi sono riconducibili al 2012. 

Ovviamente, fanno notare dalla CGIA, siamo ancora nel campo delle ipotesi: certezze non ce ne sono, ma le indiscrezioni che sono emerse in questi ultimi giorni, dopo il “question time” alla Camera tenuto mercoledì scorso dal ministro Padoan, lasciano presagire che dal prossimo primo gennaio l’Imu, la Tasi, l’addizionale comunale Irpef e una serie di piccole imposte minori dovrebbero andare  definitivamente in “soffitta” per lasciare il posto alla “tassa unica”.  “L’eventuale semplificazione della tassazione comunale – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – renderebbe più facile  pagare le tasse: una richiesta che i cittadini e le imprese invocano da tempo. Ma oltre a semplificare bisogna anche ridurne il peso, visto che a partire dal 2011, ultimo anno in cui gli italiani hanno pagato l’Ici, la tassazione su botteghe, piccoli negozi e uffici ha subito un’ impennata spaventosa, a causa dell’introduzione dell’Imu e, successivamente, della Tasi”.  Su botteghe e negozi, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, il gettito complessivo è più che raddoppiato: + 108 per cento. Se nel 2011 ammontava a 796 milioni di euro, nel 2014 ha toccato 1,65 miliardi di euro. Altrettanto pesante è stato l’aggravio fiscale subito dagli uffici: sempre tra il 2011 e il 2014, il gettito incassato dai Comuni è salito del 105 per cento; se 4 anni fa i Comuni avevano incassato 533 milioni di euro, nel 2014 hanno riscosso poco più di un miliardo di euro. I laboratori, invece, hanno visto aumentare il peso fiscale dell’81 per cento: se con l’Ici i primi cittadini avevano incassato 229 milioni di euro, nel 2014 hanno “alleggerito” le tasche degli imprenditori di 414 milioni di euro. Sui capannoni, infine, l’incremento del prelievo è stato del 66 per cento: a fronte di 3,3 miliardi di euro riscossi dai Sindaci nel 2011, tre anni dopo il gettito complessivo è salito a 5,5 miliardi di euro. 

Stima  del gettito che grava sugli immobili ad uso produttivo

(importi in milioni di euro)

Tipologia immobili

2011
ICI

2012
IMU

2013
IMU

2014
IMU

+

TASI

Incremento % 

del gettito tra il 2011 e il 2014

 
 

Negozi e botteghe (Categoria C1)

796

1.629

1.645

1.657

+108

 

Uffici e studi privati (Categoria A10)

533

1.072

1.082

1.091

+105

 

Laboratori arti e mestieri (Categoria C3)

229

407

411

414

+81

 

Capannoni e fabbricati (Categoria D)

3.348

5.072

5.526

5.566

+66

 

Totale

4.906

8.180

8.664

8.728

+78

 

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze

Note

a)    la stima relativa agli immobili di categoria “D”, si riferisce ai capannoni (categoria D1), agli alberghi e pensioni (categoria D2), ai fabbricati costruiti o adattati per attività industriale (categoria D7) o commerciale (categoria D8);

b)    nella tabella si è stimato il gettito derivante dagli immobili ad uso produttivo. Rispetto al 2011, anno in cui si pagava l’ICI, il prelievo è quasi raddoppiato. Negli ultimi anni il prelievo sugli immobili strumentali si è stabilizzato facendo comunque registrare una tendenza alla crescita. Nel tentativo di mitigare l’inasprimento della pressione sugli immobili produttivi, la Legge di Stabilità 2014, ha previsto la parziale deducibilità dal reddito di impresa dell’IMU relativa agli immobili strumentali. Tuttavia, anche considerando questo beneficio e tenendo conto della deducibilità al 100% della TASI stimiamo che la quota di prelievo che rimane effettivamente a carico dei contribuenti (sempre relativa agli immobili strumentali) sia stata pari a 8.253 milioni di euro nel 2013 e 8.306 milioni di euro nel 2014 (+69% rispetto al 2011).

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