Trieste. Raccontare la scienza nel millennio digitale

Mercoledì 23 novembre la Sissa di Trieste ospita il workshop Science journalism and digital storytelling. Dal data journalism al fact checking: testimonianze da Der Spiegel, Effecinque, Open University e Open Knowledge Foundation

TRIESTE – In che modo le tecnologie digitali stanno cambiando il mondo del giornalismo e in particolare il modo di produrre narrazioni sulla scienza? Mercoledì 23 novembre, dalle 9.30 alle 13.00, la Sissa di Trieste ospita il workshop internazionale Science journalism and digital storytelling per conoscere esperienze diverse, tra le più significative in Europa, e riflettere su quali possibilità narrative possano essere adottate, in epoca digitale, per informare sulla scienza e i suoi protagonisti.
Quali sono insomma le caratteristiche del giornalismo scientifico del millennio digitale? Le innovazioni tecnologiche e sociali stanno cambiando il modo di essere testimoni e di raccontare la realtà? Nicola Bruno, coautore della Scimmia che vinse il pulitzer: personaggi, avventure e (buone) notizie dal futuro dell’informazione (Bruno Mondadori, 2011) e cofondatore dell’agenzia giornalistica Effecinque, aprirà la discussione esaminando alcune esperienze di frontiera di successo illustrando i diversi strumenti che i giornalisti hanno oggi a disposizione per raccontare storie, tool che rendono più fruibili le informazioni online: mashups, timeline, video, animazioni grafiche, news-game, live-coverage.
Una delle questioni di primo piano tra le trasformazioni in atto nell’ecosistema dei media è il livello di partecipazione nell’esperienza narrativa, l’integrazione di contenuti generati da professionisti dell’informazione e altri utenti. Anche la comunicazione della scienza, secondo Richard Holliman, della Hopen University (UK), non è più solo nelle mani dei giornalisti e delle istituzioni, perché i media digitali consentono a soggetti diversi di contribuire al racconto della ricerca scientifica e dei suoi risultati. E la comunicazione si trasforma sempre più in dialogo.

Al workshop si parlerà anche di data journalism, che sta riscuotendo sempre maggiore attenzione e popolarità. Jenny Molloy, della Open Knowledge Foundation di Oxford, esplorerà i punti di forza dell’uso di software per dare forma e senso giornalistico a grandi serie di dati, inserendoli in infografiche intuitive per raccontare la realtà. Tessendo numeri e statistiche un po’ come fanno gli stessi scienziati nell’esaminare i dati prodotti durante l’attività di ricerca. Possono allora scienziati, giornalisti, sviluppatori di software collaborare per raccontare storie affascinanti e coinvolgenti?
Per rendere affascinanti e comprensibili i risultati di una ricerca scientifica, i giornalisti devono inserire i fatti in una narrazione accattivante, semplificando. Proprio nel giornalismo scientifico, allora, il fact checking, verificare attentamente cioè che le notizie riportate siano aderenti alla realtà dei fatti, è particolarmente importante. Maximilian Schäfer racconterà l’esperienza del settimanale tedesco Der Spiegel.
Al centro dell’intervento di Alice Bell, ricercatrice all’Imperial College di Londra, c’è invece la scienza raccontata ai bambini, online. Bell presenterà una serie di progetti di scrittura e informazione multimediale costruiti e condivisi insieme a giovani appassionati di conoscenza scientifica. E mostrerà come le tecnologie connettive e digitali permettono di superare il tradizionale approccio alla costruzione delle storie per bambini in cui, anche nelle migliori intenzioni, prevale il punto di vista degli adulti.

«Il workshop serve dunque a comprendere come arricchire il racconto della scienza cogliendo pienamente tutte le potenzialità delle nuove tecnologie digitali, perché il giornalismo scientifico non può sottrarsi alla sfida del cambiamento per favorire il passaggio epocale alla società e all’economia della conoscenza – precisa Nico Pitrelli coordinatore dell’evento-. Sono convinto che il mondo digitale darà agli scienziati, ai giornalisti, e a quanti vogliono salire sul palcoscenico mediatico, la possibilità di raccontare la scienza da punti di vista completamente nuovi. E se il racconto sulla conoscenza si fa più ricco, più condiviso e più partecipe, abbiamo più possibilità di costruire ambienti nuovi, mentali e fisici, in cui generare idee sempre migliori».
Il workshop è organizzato dal gruppo di ricerca ICS-Innovations in the Communication of Science della Sissa in occasione di Mappe. Percorsi di innovazione tra scienza società e comunicazione dal 22 al 25 novembre alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, in via Bonomea 265.

Il workshop è organizzato nell’ambito di MAPPE, percorsi di innovazione tra scienza società e comunicazione: http://www.mappetrieste.it/

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