I padroni della vita e della morte

ROMA – Dal Corriere della Sera di ieri leggiamo sgomenti: “Il governo torna a offendere la memoria di Eluana Englaro. Venerdì infatti il Consiglio dei ministri ha approvato l’istituzione per il 9 febbraio, data della morte di Eluana Englaro, della ‘giornata nazionale degli stati vegetativi’.

Due anni dopo la scomparsa della giovane, il prossimo 9 febbraio si terrá dunque la prima giornata dedicata ai malati e alle famiglie che, legittimamente, scelgono il percorso opposto rispetto a quello della famiglia Englaro. Ed è proprio nella scelta di quella data che si coglie lo spirito ideologico, e offensivo, del governo.”

A volte ci si chiede il perché di movimenti politici apparentemente incongrui con ciò che accade nel paese: per quale motivo, gli estremisti cattolici di quella ‘cosa’ chiamata pro-vita prima con  Pier Ferdinando Casini, a fare da alfiere, ed ora con un decisone ministeriale, stiano alzando, in questi giorni, questo polverone a difesa di ciò che loro chiamano vita … senza aggiungere aggettivi.
Dunque cosa è accaduto per far sì che i nuovi parabolani chiedano a gran voce di estirpare il ‘Male’, andando nelle trasmissioni televisive a ‘inneggiare’, cioè a  cantare degli inni, alla vita?
Sono accadute due cose: la prima, di tre settimane fa, è stata la trasmissione Vieni via con me, di Fazio e Saviano, dove si è parlato di un fine vita dove non deve venire a mancare la dignità umana e la responsabilità della scelta individuale; la seconda, è stata la manifestazione Per un Italia più laica, svoltasi al tetro Eliseo, il 20 novembre, dove sono stati affrontati i temi dell’inizio e del fine vita.
Ricordiamo l’intervento della psichiatra Massimo Fagioli: “A sinistra non vogliono accettare che la vita umana inizia alla nascita con il pensiero, così come fine vita non é quando il cuore cessa di battere.” Vale a dire che la vita umana inizia con il pensiero e finisce quando cessa il pensiero.
Ecco ci si chiede se non siano frasi come queste, che non lasciano spazio a dubbi esistenziali, ciò che fa uscire dalle chiese queste bande fanatici  i quali al grido “la vita – di tutti – appartiene alla divinità dei cattolici e non agli esseri umani”, invadono le piazze mediatiche accusando, nella sostanza, il padre di Eluana Englaro, le donne che abortiscono, e i medici che hanno fatto, e fanno, il loro dovere, di assassinio.
Ci si chiede anche perché questo accanimento nel volere che credenze ormai incongrue nelle società civili avanzate continuino, in Italia, a divenire leggi teocratiche che opprimono anche chi, pensando, non può credere  a queste strane idee più vicino alla magia che alla scienza.

Un ateo, un laico, ma anche un credente rispettoso dell’identità altrui, non impedirebbero certamente ad altri esseri umani di vivere e morire seguendo il proprio pensiero.
Invece i nuovi Vescovi Cirillo, il mandante dell’assassino di Ipazia la scienziata alessandrina, e i nuovi parabolani, gli esecutori del macabro omicidio, si credono padroni della vita intima di tutti, credenti e non credenti, e pretendono di seguire, con il loro sguardo mistico, la vita degli esseri umani dalla nascita alla morte ritualizzando quelli che per gli antropologi non sono altro che ‘passaggi’ esistenziali che si succedono nella vita degli esseri umani.

I  religiosi, già dalla nascita vengono a certificare con il sacramento del battesimo, che nomina il nascituro, l’avvenuta nascita. Il bambino non battezzato, per il credente è un ‘non essere’, e ora, dopo la soppressione del Limbo, i piccini, se dovessero morire, non saprebbero neppure dove andare. Probabilmente tra le fiamme dell’inferno visto che non sono stati mondati dal peccato originale … quando si dice, ‘bontà cristiana’.
Gli ‘unti dal Signore’, poi per tutto il passaggio in questa ‘valle di lacrime’, alias la vita umana, continuano a cincischiare con l’anima di bambini, di donne e di uomini, intervenendo in ogni passaggio della vita con pompose cerimonie ancestrali: comunione, cresima, matrimonio, che hanno il solo scopo di confermare che questi passaggi siano avvenuti: se non c’è il sacramento apposito il fatto esistente non esiste.
Poi alla fine della vita, con l’estrema unzione che monda da tutti i peccati, neanche fosse un detergente dai super poteri, il moribondo raggiunge il paradis, la ‘vera vita’, l’unica ad essere, per la Chiesa cattolica, veramente esistente.

Forse è per quello che i cattolici parlano sempre di vita e non di “vita umana”: per loro la vita è solo la vita eterna; l’altra, quella umana, è solo apparenza, “persona” dal vocabolo etrusco “persu” maschera: una maschera che non è altro che un inutile involucro corruttibile contenente l’anima, da sempre esistente in mente dei, che la divinità cattolica infonderebbe nel momento esatto dell’unione tra ovulo e spermatozoo … quando si dice essere precisi!

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