La rabbia su Equitalia, una vita precaria e un futuro che non c’è

ROMA – La protesta organizzata a Napoli contro Equitalia  sfociata in rabbia e violenza, è la testimonianza di un malessere generale cui si deve necessariamente porre attenzione.

La sensazione che sta vivendo la popolazione di pensionati, precari ma anche piccoli imprenditori è di uno stato che abbandona i sui cittadini davanti a debiti sempre più insostenibili, un sistema antisociale dentro cui molti si sentono intrappolati.

Una percezione individuale di disperazione che sfocia in rabbia, violenza e in alcuni casi suicidio.

Fanno riflettere le denunce che arrivano dalle organizzazioni sindacali e dai movimenti che vivono ogni giorno sui territoti, tra i lavoratori, quegli stessi lavoratori che usciti dal posto di lavoro si trovano a dover combattere contro una crisi che diventa sempre più pesante, che impedisce di pagare le bollette e i mutui e i servizi pubblici. Persone che costrette a  vivere una vita  precaria, fatta di debiti e un futuro che non c’è.

Le pesanti e reiterate cariche della polizia di fronte alla sede napoletana di Equitalia, le denunce anche a nostri dirigenti in risposta ad un assolutamente innocuo lancio di uova, vernice e petardi, dicono che il governo dei tecnici ha definitivamente deciso di impedire ogni dissenso alle sue scelte-ad annunciarlo l’Unione sindacale di base a seguito degli accadimenti di Napoli.

 

Le manifestazioni di fronte alle sedi di Equitalia, che non sono rivolte a chi vi lavora come strumentalmente viene affermato da molti con la coscienza sporca, ma sono invece il segnale di una profonda sofferenza nei confronti di una gestione privatistica e usuraia della riscossione dei tributi che non fa differenze tra gli evasori e chi non ha i soldi per pagare una multa o il mutuo di casa-continua l’USB-c’è nell’aria un clima pesante di caccia alle streghe, alimentato dalle scelte nichiliste e folli (ad orologeria?) di chi spara e da chi scompostamente vede terroristi ovunque ed invoca addirittura l’esercito.

La verità è che nel Paese cresce la rabbia e l’avversione profonda a chi sta gestendo la crisi a colpi di aumenti delle tasse ai lavoratori, blocco dei salari, diffusione della precarietà, smantellamento dei diritti e delle tutele sul lavoro, sfratti e licenziamenti.

Non basta dire che nel paese c’è tensione sociale, come fa Monti, né tantomeno che la si risolve invitando a tavola i maggiorenti di quei partiti che lo sostengono perché faccia il lavoro sporco al loro posto. Il problema è che a tavola non c’è chi soffre e paga la crisi e le denunce, le cariche, le demonizzazioni non contribuiscono certo a risolvere le tensioni sociali.

Dopo le cariche, violente ed esagerate, davanti alla sede napoletana di Equitalia; dopo le innumerevoli proteste che si sono registrate pacificamente un po’ in tutto il Paese, e diffidiamo chiunque da qualsiasi accostamento tra queste e gli episodi di criminalità che pure hanno interessato alcuni uffici di Equitalia, oggi arriva la carota- commenta Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo nazionale USB-apprendiamo infatti che il Governo starebbe ragionando sulla riduzione dell’aggio concesso ad Equitalia dal 9 al 7% un indubbio, risultato delle mobilitazioni a cui USB ha dato il proprio contributo, anche se certamente non ci può soddisfare.

 La questione della riscossione dei tributi – sottolinea Leonardi – è cosa seria e di rilievo pubblico, e deve tornare ad essere gestita con capacità e buon senso dalla mano pubblica. Solo così ci potrà essere la certezza che l’azione di riscossione sia davvero orientata a colpire la vera evasione e che la situazione di profonda crisi in cui versa il Paese sia tenuta nella debita considerazione”, conclude il dirigente sindacale.

Parole dure arrivano anche dal Comitato No Debito che in una nota dichiara-non è un caso che a questa manifestazione sia stata riservata una repressione violenta a cui sta seguendo una vergognosa campagna di criminalizzazione che tende ad accostare tale tipologia di protesta ad episodi oscuri e marginali che poco o nulla hanno a che fare con la nostra dimensione politica di movimento che resta pubblica, di massa ed alla luce del giorno. Si cerca inoltre di strumentalizzare e impaurire i lavoratori della Agenzia delle Entrate tentando vanamente di dividere un movimento di lotta che ha l’unico interesse di non pagare un debito contratto da altri.

La mobilitazione contro Equitalia, la necessità di ostacolare la rapina fiscale contro salari, stipendi e pensioni, l’urgenza di far pagare – per davvero- chi non ha mai pagato, il rifiuto di farsi schiacciare dai meccanismi strangolatori del debito sono punti programmatici di una battaglia democratica e di civiltà che sosteniamo e che vogliamo articolare e generalizzare nei posti di lavoro, nei territori e nell’intera società.

Il Comitato No/Debito non intende lasciare soli gli attivisti e le reti sociali di movimento che a Napoli, ma anche in altre parti d’Italia, si sono mobilitate attorno a questa vicenda la quale è, particolarmente, esemplificativa dello stato di degrado in cui versano le condizioni di vita e di lavoro di larghi settori sociali triturati dalle conseguenze dell’incidere della crisi economica.

Il Comitato No/Debito in connessione con quanti, forze politiche, culturali e sociali, vorranno portare il loro contributo analitico e di azione si rende disponibile alla costruzione di una giornata di mobilitazione nazionale contro Equitalia anche attraverso la convocazione di una manifestazione per le prossime settimane.

Un rilancio, quindi, della mobilitazione la quale dovrà, comunque, intrecciarsi e dialogare con l’insieme delle proteste contro Monti, la sua politica economica e sociale e i diktat dei poteri forti dell’Unione Europea.

 

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