Sub morti in grotta. Ripensare il business del diving. Italia senza normativa

NAPOLI  – «Il mondo della subacquea ha versato un tributo di vite troppo alto per non fermarsi a pensare dove la macchina del business legato ai diving vada perfezionata e regolamentata anche per legge, soprattutto riguardo alle immersioni in grotte e luoghi pericolosi».

Lo afferma il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli dopo le ultime tragedie dei sub deceduti ieri a Palinuro e a Capri. «Inoltre – aggiunge Borrelli – a nostro avviso come propone l’ associazione di settore Oceanus superata una certa età bisogna rendere le visite mediche obbligatorie prima di immergersi. Secondo noi determinate immersioni ad alto rischio devono essere effettuate con regole e controlli più rigidi e presenza di personale altamente specializzato in soccorsi immediati in caso di difficoltà. Non si può privilegiare esclusivamente il business ma bisogna aumentare la sicurezza ed i controlli fisici pre immersioni».
«In Italia – conclude Borrelli – non esiste alcuna normativa, in vigore a livello nazionale, che imponga l’obbligo di conseguimento di un brevetto per la pratica dell’attività subacquea turistico-ricreativa, non guidata, in acque interne o marine. Nello specifico, non occorre un brevetto per immergersi con un autorespiratore ad aria, nè per affittare l’attrezzatura, nè per ricaricare una bombola. Dopo queste ultime tragedie riteniamo utile e fondamentale legiferare in questo settore».

I fatti

Nel frattempo oggi è arrivato il responso medico sulla causa del decesso dei quattro escursionisti sub. Susy Cavaccini, Andrea Pedroni, Douglas Rizzo e Panaghiotis Telios sono morti per annegamento. Una morte davvero atroce testimoniata anche  dalla rottura dei timpani che lascia pensare al vano tentativo di risalita dei quattro che dopo aver perso l’orientamento nel buio totale causato dal fango sono entrati nel panico.

La Grotta del Sangue di Palinuro è una delle mete antiche per gli sportivi sub. Per questo non si riesce a capire come mai prima di entrare i sub non si fossero legati tra di loro con una corda. Insomma doveva essere una giornata per visitare le bellezze del mare, a soli 11 metri di profondità e invece si è trasformata in una tragedia. Ora la Procura ha aperto un’inchiesta per chiarire con esattezza la dinamica del dramma.

 

Condividi sui social

Articoli correlati