Acqua: la parola torna ai cittadini, al via la campagna referendaria

La sua gestione, rigorosa e trasparente, deve rispondere a criteri di utilità pubblica”

ROMA – “Riteniamo dannosa una norma che obbliga alla privatizzazione del servizio idrico. L’acqua è un bene comune e la sua gestione deve rispondere a criteri di utilità pubblica ed essere rigorosa e trasparente”. Così Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente è intervenuto all’incontro organizzato dal Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune che si è tenuto oggi a Roma per illustrare le iniziative in vista del referendum.

“Bisogna porre al centro dell’attenzione la corretta gestione di una risorsa vitale per tutti, che non deve sottostare a criteri mercantili – ha continuato Gubbiotti -. E per questo motivo è importante ottenere la sospensione (già ritenuta ammissibile dal Senato) delle scadenze previste dal ‘Decreto Ronchi’ e dal ‘Decreto Calderoli’, riguardanti rispettivamente i processi di privatizzazione del servizio idrico integrato e la soppressione delle Aato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale), e informare i cittadini affinché approfittino del voto referendario, ineguagliabile strumento di democrazia, per testimoniare la loro attenzione e il loro interesse ai beni comuni e alla salute pubblica. La privatizzazione totale dell’acqua come l’ipotesi di nuove centrali nucleari sul territorio italiano rappresentano infatti la deriva della democrazia e del diritto ad un futuro equo per tutti i cittadini”.
Legambiente, già impegnata in prima fila per la raccolta delle firme per il referendum per l’acqua pubblica, si impegna da ora ad offrire supporto e informazioni utili alle persone che vorranno partecipare al voto.

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