Il Rinascimento contro le mafie. L’arte, strumento pacifico e solidale della società civile

Pietro Folena, Presidente dell’Associazione MetaMorfosi: “Vedere da vicino un capolavoro di Michelangelo. un’occasione emozionante di riflessione, di studio, di impegno”

ROMA – . È stato presentato oggi, nella sala Roma del Viminale, il progetto “Il Rinascimento contro le mafie: la Leda di Michelangelo a Casavatore”. L’iniziativa, promossa dal Comune di Casavatore, organizzata dall’Associazione MetaMorfosi e sostenuta dall’Associazione Libera, è stata voluta con convinzione dal Ministro Annamaria Cancellieri e realizzata con l’appoggio della Federazione delle Associaioni Antiracket e Antiusura.
Alla conferenza stampa erano presenti il Segretario Generale del ministero dei Beni Culturali Antonella Recchia, il Presidente della Fondazione Antiracket Tano Grasso e la Direttrice della Fondazione Casa Buonarroti Pina Ragionieri.

L’idea alla base de “Il Rinascimento contro le mafie” è quella di portare le mostre d’arte nei territori difficili, soggetti ad azioni criminali, e, attraverso le opere, diffondere i valori di democrazia e legalità. Il primo appuntamento vedrà l’esposizione, dal 24 aprile al 2 giugno 2013, del disegno di Michelangelo Buonarroti Studi per la testa della Leda, nell’Istituto Matilde Serao, nel Comune di Casavatore, vicino Napoli.
Sono numerose le istituzioni culturali pubbliche, ecclesiastiche e private che hanno dimostrato un interesse a voler partecipare al progetto. Prima fra tutti la Fondazione Casa Buonarroti che ha messo a disposizione il disegno della Leda e ha cominciato la battaglia del “Rinascimento contro le mafie”: «Vedere da vicino un capolavoro di Michelangelo, per i ragazzi e i cittadini di Casavatore e delle aree vicine, sarà un’occasione emozionante di riflessione, di studio, di impegno – ha affermato Pietro Folena, Presidente dell’Associazione MetaMorfosi – ma sarà anche l’occasione per sentirsi protagonisti in un territorio per una volta non marginale rispetto alle logiche dei grandi flussi turistici, dei grandi eventi, degli appuntamenti culturali di altissimo livello». L’arte, dunque, come strumento pacifico e solidale della società civile che si oppone a contrasta tutte le illegalità criminali, veicolo privilegiato per diffondere la voglia di vivere secondo la cultura della legalità.

Il progetto è di grande valore perché vuole far arrivare l’arte in contesti particolarmente difficili, nei quali è ancora più necessario e complicato promuovere la cultura con lo scopo di renderla mezzo di contrapposizione alle mafie.

Nella battaglia di coscienza lo strumento culturale più efficace non può che essere l’arte, perché, per apprezzare le opere non occorre essere degli scienziati, ma occorre semplicemente abbandonarsi all’emozione che il bello sa dare. «La battaglia contro le mafie e l’illegalità – ha detto il Ministro Cancellieri-  si vince anche risvegliando le coscienze con l’arte e la cultura. (…) Portare Michelangelo in un territorio così difficile è un’idea bellissima. I grandi dell’arte trasmettono emozioni ed i giovani possono riflettere sui valori del bello arrivando così ad una forma di rinascimento. Ci sono tantissime persone che hanno voglia di rialzare la testa e l’arte è uno strumento straordinario».
Se i valori universali del bello e del giusto, espressi dalle opere d’arte, diventano veicoli per creare esperienze utili di educazione alla legalità, l’opera d’arte/bene comune genera un senso di appartenenza e tutela verso il nostro patrimonio culturale.
Sono numerose le istituzioni culturali pubbliche, ecclesiastiche e private che hanno dimostrato un interesse a voler partecipare al progetto. Prima fra tutti la Fondazione Casa Buonarroti che ha messo a disposizione il disegno della Leda e ha cominciato la battaglia del “Rinascimento contro le mafie”.

L’opera d’arte, ha detto Pina Ragionieri, può diventare il simbolo del bene contro il male e può essere un importante strumento culturale.
Per aprire questa iniziativa è stato scelto il disegno preparatorio al dipinto, ormai perduto “Leda e il cigno”, realizzata da Michelangelo nel 1930, nel periodo più politico della sua vita, quando, cioè, era impegnato nella difesa di Firenze assediata dalle forze pontificie.

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