Istituto Cattaneo, chi sono gli astenuti e dove vanno i grillini

ROMA – I flussi elettorali sono gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive. Nel nostro caso vengono stimati per singole città sulla base dei risultati delle sezioni elettorali. Si tratta di stime statistiche, e quindi di misure affette da un certo margine di incertezza.Le nostre analisi sono effettuate «su elettori» e non «su voti validi», al fine di poter includere nel computo anche gli interscambi con l’area del non-voto (astenuti, voti non validi, schede bianche).

L’Istituto Cattaneo ha effettuato un’analisi dei flussi elettorali nelle recenti elezioni in alcune città, operando un confronto fra le elezioni comunali del 26-27 maggio 2013 e quelle per la Camera dei deputati del 24-25 febbraio dello stesso anno. In linea di massima non è consigliabile fare confronti fra elezioni di differente livello, per cui si sarebbe dovuto fare il confronto fra le recenti elezioni e il precedente turno amministrativo del 2008. Tuttavia il 2008 rappresenta una data collocata, dal punto di vista politico, in un’altra era geologica; quando, per fare un esempio, il Movimento 5 stelle – uno dei protagonisti di questo voto – elettoralmente non era ancora presente. Per questi motivi si è preferito fare un confronto con le vicine elezioni politiche di tre mesi fa, pur nella consapevolezza che alcuni spostamenti elettorali potrebbero essere dovuti più al mutamento di contesto elettorale che a quello di clima politico. A seguito dei vincoli posti dalla disponibilità dei dati a livello di sezione elettorale, l’analisi al momento è limitata a quattro città: Brescia, Treviso, Ancona e Barletta un campione ovviamente assai ridotto che tuttavia offre il vantaggio di una ampia distribuzione geografica.

Non c’è dubbio sul fatto che il dato più importante emerso da queste elezioni è rappresentato dall’incremento dell’astensionismo (intendiamo per “astensione” la somma del non-voto, delle schede bianche e di quelle nulle). La nostra analisi sarà quindi centrata in primo luogo sull’origine partitica degli astenuti. E’ chiaro che in gran parte si tratterà di elettori che già alle elezioni politiche si erano astenuti. Il nostro interesse si concentrerà quindi sui nuovi astenuti, su coloro che nelle elezioni politiche hanno optato per un partito e ora hanno deciso di non andare a votare. I flussi elettorali delle quattro città ci restituiscono un quadro omogeneo per le città del Centro-nord, mentre Barletta si differenzia per una diminuzione dell’astensionismo. Nelle tre città del Centro-nord, su 100 elettori gli astenuti vanno dal 36,4% di Brescia al 43,4% di Ancona. Di questi, circa la metà sono elettori che già alle politiche del 2013 si erano astenuti. I restanti sono quelli che ci interessano.   il grosso di questi “nuovi astenuti” viene da elettori che nel febbraio scorso avevano votato M5s: a Brescia e ad Ancona circa la metà dei voti dei 5 stelle del febbraio 2013 sono andati all’astensione, a Treviso un terzo

Quali altri partiti hanno contribuito alla crescita dell’astensione fra il febbraio e il maggio 2013? Il secondo contributo rilevante all’astensione nelle tre città considerate (e il primo a Barletta) viene dal Pdl. A Brescia, Treviso e Ancona il Pdl perde verso l’astensione la stessa quota del 40% dei propri voti del febbraio 2013 (pari a valori fra 4,6 e 5,4 punti percentuali). Anche il Pd perde verso l’astensione: abbastanza a Treviso (3,4 punti percentuali), meno nelle altre città. Nei flussi delle elezioni politiche di tre mesi fa avevamo notato che gli elettori Cinque stelle provenivano soprattutto dai partiti tradizionali e non dall’astensionismo. E’ dunque interessante a questo punto domandarsi se i voti perduti ora dal M5s sono (almeno in parte) di elettori “tornati a casa” cioè ai partiti da cui provenivano. A Brescia e Ancona il responso è coincidente: il M5s, oltre ad aver perduto circa la metà dei suoi voti precedenti verso l’astensione, ha avuto anche perdite di rilievo verso i candidati del Centrosinistra e del Centrodestra (Brescia e Ancona), delle liste civiche (Brescia), o altri candidati (Ancona). Lo stesso si è verificato a Treviso. Quindi, si potrebbe dire che, in parte, il Movimento 5 stelle ha svolto il ruolo di “piattaforma di transito” verso l’astensione. In parte, invece, vi è stato un ritorno ai partiti d’origine, sia a destra che a sinistra,

confermando la natura non ideologica dell’elettore del M5s, che aveva scelto Grillo provenendo da tutto lo spettro politico. 

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