Crisi. A Milano si taglia anche sulla salute

MILANO – Pesa sempre di più la crisi economica, anche sulle famiglie milanesi, tanto che la maggior parte non riesce più ad arrivare alla fine del mese.

Non si parla più solo dei  nuclei solitamente considerati più deboli, come i migranti.  Ormai anche tra le famiglie una volta meno a rischio e considerate benestanti, è l’ora delle scelte pesanti e delle rinunce più sofferte. Non si tratta infatti di tagliare su ciò che è superfluo, i tagli hanno di fatto cominciato a coinvolgere spese una volta  considerate imprescindibili. 

Si taglia abbondantemente sulla cultura in primis, ma ciò che fa più pensare è che si tagli notevolmente anche sulla salute.  

Lo studio della Camera di Commercio di Milano sui consumi delle famiglie locali, elaborato tra marzo 2012 e lo stesso mese del 2013, infatti non lascia più dubbi. Le famiglie del capoluogo lombardo fanno la spesa per complessivi 27 miliardi di euro all’anno. Significa che ogni nucleo spende al mese circa 3mila euro. Si tratta sicuramente di un record nazionale, poiché supera  la media italiana di ben 550 euro. Ma il punto non è tanto questo. Il rapporto infatti evidenzia che  sette famiglie milanesi su dieci non riescono più a risparmiare e sono costrette a spendere tutto per mantenersi.

Ecco allora una serie di rinunce, a partire anche dal cibo, dove spicca il -27% dei soldi spesi per comprare la carne. 

Più facile è risparmiare sul superfluo, quindi su abbigliamento (-21%).  Sa invece di vero e proprio sacrificio il -17,2% registrato dalle spese in sanità. Pesante anche il -12,3% delle spese in cultura. Continuano intanto a salire i costi per combustibili ed energia (+9%), mentre raggiunge un incoraggiante +16% il capitolo che riguarda l’istruzione. Ovviamente più colpite le famiglie straniere,  con un bilancio a disposizione assai esiguo e un reddito notoriamente inferiore.  La loro spesa media mensile risulta infatti più bassa di quasi il 50% rispetto alle famiglie milanesi più tradizionali.  Ma a dover stringere la cinghia di brutto è chi non ha famiglia, anzi la cui famiglia termina appunto con se stesso. Stiamo parlando dei single che  spendono mediamente 2.267 euro al mese, solo mille euro circa in meno dei nuclei familiari più strutturati.

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