Contro le mutilazioni genitali. Bonino, sostenere la lotta

 

ROMA – «L’Italia come molti altri paesi attraversa un periodo economicamente difficile, cercare di mantenere gli impegni presi non è facile, neanche di fronte l’opinione pubblica italiana ma spero che la società civile mi sostenga nella decisione di continuare anche dal punto di vista finanziario in questa campagna».

Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino, questa mattina a Roma aprendo la tre giorni del convegno internazionale sulle mutilazioni genitali femminili nel mondo, organizzato dall’Unicef e dall’Unfpa (United nation population fund, l’agenzia Onu per i diritti umani). La conferenza ha portato a Roma ben 17 rappresentati di Paesi africani, per fare il punto sullo stato della pratica nel mondo e per coordinare le strategie per fermarla. A fare gli onori di casa, oltre al nostro ministro degli Esteri, è stato Babatunde Osotimehin, responsabile Unfpa: «Questa pratica continua a esistere in diversi Paesi, 25 milioni di donne in 29 paesi dell’Africa, dell’Asia e del Medioriente vengono ancora sottoposte a questa pratica – ha spiegato Osotimehin -. Noi lavoriamo per il cambiamento. Anche se passi avanti sono stati fatti abbiamo ancora moltissimo da fare. Se il tasso di mutilazioni genitali femminili continua ad essere ridotto dell’1% all’anno il fenomeno verrà debellato infatti solo tra 60 anni, mentre riducendolo del 10% annuo l’obiettivo potrebbe essere raggiunto tra due anni». 

 

L’Italia, da questo punto di vista, ha contribuito all’approvazione, nel dicembre del 2012, della risoluzione 67/146 delle Nazioni Unite contro le mutilazioni genitali femminili, dichiarate a tutti gli effetti violazione dei diritti umani, definendo anche delle iniziative per cercare di contrastare il fenomeno. L’approccio dell’Unfpa e dell’Unicef contro questa pratica consiste nella sensibilizzazione e l’educazione della popolazione. Un metodo che dal 2012 ha portato 9.775 comunità in 15 paesi nel mondo ad abbandonare la pratica. «Con impegno e perseveranza le cose possono cambiare, dovremo andare avanti più rapidamente ma se guardo indietro alla fine mi accorgo che combattendo insieme siamo diventati una specie di famiglia di attivisti – ha aggiunto il ministro, rivolgendosi alla platea di rappresentanti di paesi africani -. La mia speranza è continuare insieme verso altre lotte, come quella contro il matrimonio dei bambini, un’altra pratica dolorosa che potremo comprendere nella nostra rete». Secondo la Bonino, che ha ricordato gli 8 milioni stanziati dall’Italia per la lotta al fenomeno, per questa battaglia «è stata fondamentale la leadership dei paesi africani e l’assistenza tecnica e finanziaria per sostenere le Ong. Sosterrò – ha concluso il ministro -, l’impegno del governo dal punto di vista economico, finanziario e politico, nella speranza che ci siano le condizioni per estenderlo ad un secondo obiettivo, la lotta contro i matrimoni giovanili e i matrimoni forzati».  

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