Regionali e amministrative. Salvini, il PD traballa

ROMA – Le elezioni regionali e amministrative hanno mostrato ancora una volta la faccia del disinteresse per la politica. I dati sono chiari visto che solo la metà degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne per esprimere la loro preferenza.

Gli altri probabilmente non credono più nell’azione politica fatta di proclami e propagande che mai arrivano all’obiettivo finale. I talk show in queste ultime battute sono la prova evidente, non solo della distanza siderale tra cittadini e istituzioni, ma soprattutto di quella dialettica che esaspera e allontana le persone dalla vita politica che troppo spesso si dimentica la realtà del quotidiano. Inutile fare la conta dei risultati, considerando che una larga fetta dei comuni andati al voto dovranno riaprire le urne per il ballottaggio.

Il Partito Democratico ha dimostrato tutti i suoi punti deboli, in cui la leadership di Matteo Renzi perde terreno e credibilità, nonostante il premier faccia sapere che lui andrà avanti imperterrito  con le riforme del Paese. Ma al di là dei proclami di rinnovamento tanto sperati dall’ex sindaco di Firenze, la situazione appare assai complessa con una rottura interna al PD sempre più evidente e con una minoranza, cuperliani e bersaniani,  che potrebbe addirittura decidere di fare quello che finora non hanno fatto, ovvero seguire le orme di Civati.  C’è già chi pensa, come Matteo Salvini, dai risultati incoronato come l’espressione del centro destra, che l’Italia traballi con Renzi e che presto si andrà alle elezioni anticipate.

E non ha tutti i torti considerando che in Veneto e in Toscana il Pd ha perso più di un milione di voti. Salvini non usa mezzi termini per definire la politica del PD: “In Liguria si sono scannati a morte, in Campania hanno eletto un ineleggibile e in Umbria se la sono cavata per il rotto della cuffia”.

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