De Magistris. Se vince, Mastella si suicida mentre Casini non lo appoggerà mai

NAPOLI – La politica comincia a temere Luigi De Magistris. Certo, se Napoli fosse governata da un ex magistrato, abituato a non guardare in faccia a nessuno e quindi ad indagare anche sui potenti, più di una cricca potrebbe soffrirne. In queste due settimane che separano la capitale partenopea dal ballottaggio fra Lettieri e il candidato della sinistra, c’è da aspettarsi di tutto. I poteri criminali non vogliono De Magistris ma non lo vogliono nemmeno politici di lungo corso come Mastella e Casini. Perché? Come mai questa comunanza di intenzioni fra una certa politica e la criminalità organizzata?

L’ex ministro della giustizia che tradì la fiducia di Romano Prodi, facendogli mancare la maggioranza al Senato e che per questo ottenne un seggio a Strasburgo da Silvio Berlusconi, ha dichiarato un mese fa che “se vince De Magistris io mi suicido”. Un’iperbole, si può star certi, perché il ceppaloniano non è Yuko Mishima e non saprebbe nemmeno da dove iniziare per il suo “harakiri”. Pierferdinando Casini non è stato così funereo nei propositi ma ha comunque ribadito che non appoggerà mai un simile “forcaiolo”.

Sembra quasi che gli ex gemelli della politica italiana e del Grande Centro temino De Magistris, esattamente come la famiglia Clanton temeva lo sceriffo Wyatt Earp (che poi li eliminò nel famoso conflitto a fuoco dell’Ok Corral). Strano Paese quello italiano, dove un magistrato integerrimo, “colpevole” di aver messo il naso nelle cricche lucane, completamente lontano da qualsiasi gioco di potere che, in un territorio come la Campania, dovrebbe essere un titolo di merito, viene osteggiato in questo modo da chi dovrebbe essere il tutore della legalità e della pacifica coesistenza fra gli individui, continuamente minacciata dai poteri criminali.

Ma sulla questione interviene anche il più longevo di tutti, Ciriaco De Mita, il filosofo della Magna Grecia, ancora autorevole. E lo fa a modo suo, cioè non facendosi comprendere: “«Le condizioni di Napoli non credo che consentano scelte se, come penso, la scelta in negativo non ha senso. Per questo ritengo che Lettieri e De Magistris sono due riferimenti che non comprendo nelle mie scelte e che non auguro alla città”. Chiaro, no?

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