Scuola. 140 milioni per ambienti digitali. Uds, progetti e criteri di selezione inaccettabili

ROMA – Oggi si sta tenendo al MIUR la presentazione del nuovo Pon Scuola  al Miur alla presenza del Ministro Stefania Giannini. Dal 22 ottobre al 30 novembre sarà possibile per le scuole partecipare all’avviso di cui alla nota prot. 12810 del 15 ottobre 2015, sempre nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola competenze e ambienti per l’apprendimento”.

Il bando ha come obiettivo quello di finanziare progetti volti alla creazione e al potenziamento di ambienti digitali. I progetti potranno puntare alla creazione di spazi alternativi per l’apprendimento, laboratori mobili, aule ‘aumentate’ dalla tecnologia. Le risorse disponibili sono complessivamente pari a 140 milioni di euro, e ogni scuola potrà ricevere massimo 24 mila euro.

“C’è sicuramente il bisogno di sviluppare le infrastrutture scolastiche, favorendo l’adozione di approcci didattici innovativi, anche attraverso il sostegno all’accesso a nuove tecnologie, ma questi obiettivi hanno bisogno di un sostanzioso piano di investimenti che faccia fronte all’annoso problema del digitale divide” – afferma Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti – “In questi ultimi vent’anni si è proceduto soltanto con interventi spot e oggi, il più grande piano di digitalizzazione della scuola, «[email protected]», è un palese fallimento: le scuole all’altezza delle sfide digitali mondiali sono in Italia 38 su 8.519. I progetti dei fondi PON non danno una reale risposta alla complessità di problemi da risolvere, e oltretutto legittimano di fatto le disuguaglianze territoriali. E’ inaccettabile che tra i criteri di selezione spuntino i test INVALSI, con le loro rilevazioni rispetto al disagio di apprendimento e alla condizione socio-economica della famiglia d’origine degli studenti. Altrettanto inaccettabile è che, considerata l’impossibilità di far fronte attraverso i fondi FESR alla mancanza di connettività internet, tra i criteri risultino il livello di copertura di rete e la connessione internet. La creazione di ambienti digitali sarà a favore, dunque, delle scuole già avanzate rispetto alla copertura della rete.”

Bisognerebbe individuare delle risorse certe per un vero piano di digitalizzazione scolastica, non bastano i 30 milioni di euro all’anno (90 milioni nel 2015) individuati nella legge 107 dal Governo. Il vero problema è l’accesso alla connettività, ossia il garantire a tutte le componenti della scuola, eguali opportunità di fruizione minima di strumenti e infrastrutture essenziali pubbliche, come i PC, senza delegare tale possibilità alla proprietà privata di questi ultimi. L’ idea che le scuole debbano affidarsi alla loro capacità di attirare delle risorse tramite progetti è malata: difatti, tra le varie problematiche, non vi è alcun modo di evitare che la scrittura dei progetti possa essere partecipata anche dalle ditte esterne interessate alla partecipazione alla gara. Questi sono i rischi che si corrono quando le scuole sono costrette a trasformarsi in progettifici in assenza di cospicue risorse statali”, conclude l’UdS.

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