Centrale Enel: la società civile chiede al Mise di ritirare l’autorizzazione alla riapertura temporanea

Nei giorni scorsi la società civile di Genova ha protestato in ogni sede nazionale e internazionale contro la disposizione, emessa dal Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, di riapertura della vecchia, obsoleta e fortemente inquinante centrale Enel.

L’interrogazione parlamentare del Senatore Gianni Girotto, gli esposti alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, all’Arpal e al Sindaco presentati da EveryOne Group, gli appelli alle Nazioni Unite e alle istituzioni dell’Ue, l’intervento del Wwf, il presidio di civiltà organizzato da Legambiente con la partecipazione di M5S, EveryOne Group, Genova in Comune, L’Altra Liguria e tanti attivisti per l’ambiente: tutte queste azioni hanno sollevato il problema della pericolosità dell’impianto, fortemente nocivo per la salute pubblica e l’ambiente a causa dell’emissione di particolato saturo di metalli pesanti e altre sostanze tossiche. Sabato 21 gennaio il Mise ed Enel decidevano di fermare nel porto di Ancona la nave Sider Tis e di scaricare le 4000 tonnellate di carbone destinale all’impianto di Sampierdarena. La società civile genovese ora chiede al Mise di ritirare definitivamente il protocollo d’intesa con Enel e di definire la riconversione della centrale ad altro uso. Stamattina Roberto Malini e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne Group, hanno inviato al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, al Direttore delle attività del ministero in Liguria Michelangelo Nicolosi, al Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti e al Ministro della sanità Beatrice Lorenzin una lettera in cui si chiede il ritiro immediato della disposizione di riapertura temporanea della centrale a carbone di Genova Sampierdarena e si propone la trasformazione della stessa in una Galleria Verde: un museo interamente dedicato alle energie rinnovabili.

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