Salvini a Napoli: esplode la rabbia dei centri sociali

NAPOLI – “Il ministro Minniti, insieme a Matteo Salvini, con le sue forzature e la costruzione autoritaria di una zona rossa militarizzata nella Mostra d’Oltremare, contro il volere dell’ente stesso, porta grande responsabilita’ politica della rabbia sociale di oggi”.

Lo scrivono in una nota i comitati e centri sociali aderenti al Coordinamento “Mai con Salvini”, organizzatore del corteo concluso da scontri per i quali lamentano 6 manifestanti contusi. “Poi le cariche indiscriminate che hanno inseguito un corteo di migliaia di persone per chilometri! Liberta’ per i fermati!”, si legge ancora. “Un fiume di persone, fin ad arrivare quasi a diecimila nelle strade di Fuorigrotta – sostengono – e’ la marea che si e’ innalzata per contestare il leader razzista e antimeridionale Matteo Salvini e il suo congresso ‘dello zio Tom’. Migliaia di giovani di questa citta’, ma anche associazioni, movimenti, comitati, realta’ di base. Contro una presenza a cui Napoli era complessivamente ostile perche’ ha memoria della discriminazione politica e degli insulti continui”. “Di quel che e’ successo dopo, dell’indignazione trasformata in rabbia e poi delle cariche indiscriminate fino alla fine di viale Giulio Cesare, il ministro Minniti, dopo Matteo Salvini, porta la responsabilita’ politica e morale”, l’accusa. “Commissariata per l’ennesima volta la citta’, sfidata la totale impopolarita’ di questa presenza con un provvedimento autoritario che ha imposto alla Mostra un comizio che l’ente autonomo e il Comune che ne detiene la proprieta’ non volevano ospitare – aggiungono – una sfida muscolare al sentimento antirazzista e antileghista della citta’ completato da un impressionante militarizzazione e dalla costruzione di una ‘zona rossa’, cui Napoli ha sempre dimostrato di essere allergica. Dal camion dell’amplificazione arrivavano ripetuti inviti a compattarsi e continuare la manifestazione per tornare verso piazza Sannazzaro, ma non e’ stato possibile perche’ le cariche con idranti e lacrimogeni sono continuate per chilometri su tutta via Giulio Cesare fino all’imbocco della galleria”.

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