Legambiente consegna la bandiera “pirata” al mare calabrese

REGGIO CALABRIA – La regione Calabria stanzia 38 milioni di euro per curare il mare calabrese. È questa la notizia che giunge il giorno dopo l’assegnazione da parte di Legambiente, per le analisi effettuate da Goletta Verde, della bandiera nera “Jolly Roger”, ovvero teschio e ossa incrociate ad indicare allarme depurazione.

Da quanto evidenziato da Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente ed Andrea Dominijanni, della segreteria regionale di Legambiente, «i risultati emersi dalle analisi effettuate lungo le coste sul livello di inquinamento microbiologico delle acque regionali, soprattutto in punti critici quali foci di fiumi e torrenti, canali e scarichi che confluiscono direttamente a mare, mostrano un quadro generale quanto mai critico in tutte le cinque province. In tutto sono 22 i Comuni calabresi su 168 italiani che non si sono ancora conformati alla direttiva europea per il trattamento dei reflui urbani». «Il deficit depurativo in Calabria è una triste realtà contro la quale ci battiamo da anni – ha dichiarato Dominijanni – oltre il 62% dei cittadini della regione non è servito da un sistema efficiente di smaltimento dei reflui, i circa 700 impianti tra grandi medi e piccoli, sparsi in tutta la regione, non funzionano o funzionano male». «La situazione calabrese riflette purtroppo un’emergenza che è su scala nazionale – ha precisato la Muroni – E’ dal 1998 che l’Italia avrebbe dovuto mettersi in regola con i sistemi di depurazione delle acque reflue, come richiesto dalla Direttiva Europea, ma, ad oggi, la copertura del servizio in Italia arriva appena al 70,4%, lasciando una ampia parte della popolazione sprovvista di sistemi adeguati di trattamento delle acque».

Non tutto risulta essere negativo. Secondo i dati di Legambiente «nel 2010, 18 Km circa di litorale è restituito ai bagnanti. 6,5 km, erano a Reggio Calabria, 760 metri in provincia di Vibo Valentia, 692 metri in provincia di Catanzaro e 2,7 km in provincia di Crotone; mentre in provincia di Cosenza sono stati riaperti 7,3 km di costa, lasciando 4.151 metri temporaneamente vietati alla balneazione».
In disaccordo con Legambiente, è l’Arpacal per la quale i dati rilevati si discostano significativamente. «I dati dell’Arpacal richiesti per la prima volta dalla stessa Comunità Europea – riporta l’Agenzia Regionale – si riferiscono ai prelievi effettuati lo scorso anno dai nostri tecnici presso le sole aree ritenute, per legge, balneabili e quindi non prendono in considerazione, come invece ha fatto Goletta Verde, quelle aree che sempre per legge non sono ritenute tali, come ad esempio le zone portuali, e le foci dei fiumi.

Diatribe a parte, il governatore Giuseppe Scopelliti ha deciso di correre subito ai ripari annunciando un piano operativo di intervento per il miglioramento qualitativo delle acque marine costiere, attraverso la rimozione delle criticità nel settore della depurazione. Il piano prevede investimenti per 38 milioni di euro attraverso l’utilizzo dei fondi Por. «Siamo concentrati a promuovere il turismo nella nostra Regione ed a valorizzare la nostra terra. Ma c’é una sorta di aggressione – ha detto Scopelliti – che non fa bene alla Calabria, ed è un modo sbagliato di fare informazione. Quello del Piano è un iter che abbiamo attivato già all’atto del nostro insediamento ma trattandosi di fondi comunitari ha bisogno di un lungo iter di valutazione che si è concluso solo pochi giorni fa. Il piano individua interventi puntuali finalizzati a rimuovere le situazioni di rischio di sversamento di reflui non opportunamente collettati o trattati presso gli impianti di depurazione. Sono previste, dunque, operazioni di completamento, adeguamento, ri-efficientamento e ottimizzazione delle reti fognarie esistenti e dei depuratori, in quelle zone in cui lo stato qualitativo delle acque è stato classificato ‘sufficiente’ o ‘scarso’ sulla base dei controlli effettuati dall’Arpacal e pubblicati dal Ministero della Salute. Il nostro mare è pulito-continua a ripetere Giuseppe Scopelliti –e sono i toni allarmistici che stanno rovinando l’immagine della nostra terra»

I PUNTI CRITICI NELLE CINQUE PROVINCE
Catanzaro
Altissimi livelli di inquinamento sono emersi dai prelievi e dalle analisi eseguite dallo staff di biologi di Goletta verde alla foce della Fiumarella a Catanzaro Lido. Altra forte criticità è stata registrata a Sellia Marina in località Sena dove è stata campionata l’acqua proveniente del depuratore di Sellia nelle vicinanze della fiumara che è risultata fortemente inquinata. Il che significa “Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherica Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml”. Stessa cosa a Cropani presso la foce del fiume.

Cosenza
Punto critico alla foce del torrente Coriglianeto, ricadente nel territorio comunale di Corigliano Calabro, in località Marina di Schiavonea, è risultata fortemente inquinata, stesso scenario a Paola: la Foce del torrente S.Francesco che insiste nel lungomare Charitas ha evidenziato alti livelli di inquinamento.

Vibo Valentia
Due siti fortemente inquinati rilevati a Ricadi, uno in località Torre Ruffa e il secondo a Sanata Domenica dove il riversamento in mare dello scarico della fiumara, nella spiaggia rende le acque fortemente inquinate. Anche il prelievo effettuato nel comune di Bivona, presso la foce Torrente Sant’Anna, in Via del Pescatore, ha evidenziato acque fortemente inquinate.

Crotone
Le analisi alla foce del fiume Esaro hanno rivelato livelli batteriologici così elevati da essere difficilmente quantificabili. Critica la situazione anche a Isola Capo Rizzuto fortemente inquinata. In zona Le Castella rilevato uno scarico a mare sulla spiaggia principale dove ci sono i bagnanti e i bambini utilizzano quell’acqua di scarico per giocare. Una situazione di grande emergenze che richiede contromisure per evitare il diffondersi di infezioni. A Strongoli fortemente inquinata la zona Fasano vicino alla foce del fiume Neto

Reggio Calabria
Il prelievo eseguito presso lo scarico fognario del depuratore di Pellaro, ha riportato altissimi livelli batteriologici ed è stato catalogato come fortemente inquinato. La situazione identica al Lido Comunale. Situazione ancora peggiore nella zona aeroportuale cittadina, dove lo scarico fognario che confluisce nel Torrente Menga presentava feci in sospensione e livelli batteriologici così elevati da essere difficilmente quantificabili, probabilmente anche a causa dell’inefficienza del depuratore di Ravagnese che risultava non essere allacciato. Stesso contesto inquietante nel lungomare Catona l’enorme tubo di fogna che sbocca in spiaggia. Nella provincia nel comune di Gallico Marina, presso il lungomare cittadino in fondo a Via Marina Arenile, nel comune di Motta San Giovanni, a Villa San Giovanni, in località Cannitello, a Gioia Tauro, in località Pineta. E infine alla Foce Fiume Mesima nel comune di San Ferdinando

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe