La rivoluzione energetica della Biomassa

Secondo il rapporto 2010 dell’ Associazione Europea sulle Biomasse, la “biocénose” è la fonte energetica che, di più, riesce a incidere sulla crescita del mix delle energie rinnovabili in Europa.
L’uso delle biomasse presenta una variegata  polifunzionalità  dei tipi dei materiali disponibili.  Molti sviluppi ci sono stati in merito alla ricerca tecnologica della conversione di questa fonte ecologica . Nel tempo sono state sviluppate molte tecniche, che possono considerarsi giunte ad un livello di sviluppo tale da consentirne l’utilizzazione su scala industriale.  Altre,  più recenti e complesse, necessitano ancora di  un ulteriore sperimentazione al fine di aumentare i rendimenti e ridurre i costi esorbitanti.

Due, al momento le categorie alle quali possono essere riconducibili i processi termochimici e processi biochimici, all’interno dei quali si suddividono le tecnologie attualmente disponibili.  Fatta eccezione della combustione diretta tutte le altre categorie rappresentano pretrattamenti, mirati ad aumentare la resa termica, a sfruttare sino in fondo il materiale disponibile a migliorarne la praticità di trasporto ed impiego e le caratteristiche di stoccaggio oppure a ridurre residui dopo l’utilizzazione.
Secondo l’associazione: “ la rivoluzione energetica può passare dalla produzione legata all’utilizzo termico, incrementando la cogenerazione e le reti centralizzate di riscaldamento e raffrescamento. Le biomasse hanno contribuito al mix energetico prodotto e consumato nei 27 per quanto riguarda le rinnovabili con una percentuale del 68,6%. Il rapporto ha diagnosticato un aumento complessivo della generazione, un rallentamento dell’ idroelettrico mentre la curva di solare ed eolico continua a salire, con la biomassa che figura come la risorsa energetica rinnovabile più impiegata in Europa”.
In base all’elaborazioni dati, si accerta un contributo da parte delle bioenergie pari a 82,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) in energia consumata, di cui 58,8 Mtep (71%) per usi termici.

Il trend – si legge nel rapporto –  contribuisce alla crescite della biomassa nel 2030 passando da 236 a 255 Mtep con un aumento fino al 210% della quota attuale di mercato.
I residui forestali (41%), i rifiuti (38%) e l’agricoltura (21%), incrementeranno la fornitura   della materia prima necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030.
Al momento le tecnologie più all’avanguardia per a produzione di energia pulita le troviamo, secondo una scala decrescente nei seguenti Paesi: Svezia, Finlandia e Danimarca, seguiti da Francia, Austria, Portogallo.

 

 

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