Dipendenti Camera e Senato: minitaglio a stipendi e pensioni

ROMA – L’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati ha oggi approvato all’unanimità e con l’accordo di tutte le organizzazioni sindacali, una riforma del sistema pensionistico dei dipendenti basata su criteri restrittivi che comporta per il personale della Camera un significativo allungamento dei tempi per il pensionamento anticipato di anzianità. Si è altresì stabilito di applicare, a partire dal 1 gennaio 2011, le disposizioni in materia di tagli alle retribuzioni di importo più elevato, nonchè il blocco dei meccanismi di adeguamento degli stipendi del personale per il triennio 2011-2013, come previsto dal decreto legge n 78 del 2010.

Le misure oggi approvate, informa un comunicato, consentiranno risparmi per un ammontare di 20 milioni di euro per il triennio 2011-2013. Tali risparmi vanno ad aggiungersi a quelli che si otterranno dal taglio delle competenze dei parlamentari già deliberate dall’Ufficio di Presidenza il 27 luglio scorso, ed in vigore anch’esse dal prossimo 1 gennaio, pari ad oltre 22 milioni di euro nel triennio. Ai risparmi così ottenuti andranno ad aggiungersi quelli derivanti dalla riduzione delle spese non vincolate. Nel complesso, i risparmi ammonteranno nel triennio a circa 60 milioni di euro che si sommeranno agli oltre 300 milioni di euro ottenuti sempre dalla Camera in termini di riduzione della dinamica di crescita della dotazione, nel quinquennio 2006-2010. In particolare, le misure oggi adottate sono le seguenti: – per quanto riguarda gli stipendi, riduzione del 5% delle retribuzioni sopra i 90.000 euro e del 10% di quelle sopra i 150.000 euro negli anni 2011, 2012 e 2013 e sospensione nel medesimo triennio dei meccanismi di adeguamento delle retribuzioni; – per quanto riguarda la nuova normativa in materia di pensione di anzianità, si stabilisce che l’accesso a tale pensionamento potrà avere luogo al compimento del sessantesimo anno di età ovvero al raggiungimento dei 40 anni contributivi: norme e penalizzazioni più severe sono previste per le ipotesi di accesso anticipato. Si ricorda infine che alla Camera dei Deputati la pensione di vecchiaia viene maturata con il raggiungimento del 65 anno di età sia per gli uomini che per le donne.

L’accordo è stato firmato dalle 12 organizzazioni sindacali dei dipendenti della Camera. Il vicepresidente dell’assemblea di Montecitorio Antonio Leone, che ha condotto la trattativa per conto dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, si dichiara «soddisfatto per il raggiungimento dell’importante risultato». Soddisfatti anche i rappresentanti sindacali dei dipendenti di Montecitorio. Con la firma dell’accordo di oggi, si legge in una nota congiunta di tutte le sigle sindacali dei dipendenti della Camera, «tutte le rappresentanze dei lavoratori vogliono testimoniare come la difficile fase che sta attraversando il Paese richieda un supplemento di responsabilità al quale i dipendenti del Parlamento non hanno inteso sottrarsi. Con questo spirito, le organizzazioni sindacali ribadiscono il proprio ruolo di parti essenziali e responsabili al servizio dell’Istituzione parlamentare, nel pieno riconoscimento del lavoro svolto dal Comitato per gli affari del personale, presieduto dall’On. Leone, che ha trovato una sintesi compiuta nell’Ufficio di Presidenza». «Il rilancio delle relazioni e della dialettica sindacale rappresentano in tal senso – viene precisato – le condizioni indispensabili per mantenere e accrescere le caratteristiche di professionalità ed efficienza di un apparato amministrativo che opera in modo imparziale, competente e all’avanguardia al servizio della democrazia. In questa prospettiva, il personale della Camera ritiene che le attività di supporto all’esercizio delle funzioni parlamentari non possano evolversi in modo proficuo, sulla base delle nuove esigenze del corpo politico ed emergenti dal mutato contesto istituzionale ed economico, senza un forte investimento nelle risorse umane, nella motivazione professionale, nell’innovazione». «Su queste basi, le rappresentanze dei dipendenti credono possibile proseguire un confronto con gli organi di direzione politica ed amministrativa – prosegue la nota – nella consapevolezza che solo attraverso un’opera paziente di dialogo e un autentico coinvolgimento di tutti i dipendenti sia possibile favorire concretamente le prospettive di sviluppo dell’Amministrazione della Camera dei deputati al servizio del Paese».

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