Berlusconi e le questioni da risolvere prima di andare a casa definitivamente

ROMA – Mr. B. si potrebbe definire un uomo ingordo di potere. Troppo concentrato su se stesso, e nel business di casa, non si reso conto che, come direbbe qualcuno, cresceva una serpe in seno: Gianfranco Fini. Sicuramente nelle sue fantasie non esisteva neppure l’evento Wikileaks, ne tanto meno era contemplata una stampa poco accondiscendente.

Ama se stesso più di ogni altra cosa. Ama la sua immagine e la sua potenza Ama i bagni di folla che lo osannano. E’ un maschista per eccellenza.
Un qualsiasi italiano invidia la sua posizione ragionevolmente potrebbe chiedersi come mai si ostini e perseveri nella politica; infondo, un miliardario, può avere tutte le donne che vuole, e comunque far crescere il paese come imprenditore.
Razionalmente non si comprende l’inspiegabile e smodata voglia di restare aggrappato a quella istituzione che poco onora, perché obbiettivamente, risulta incredibile il suo poetico amor di Patria.

Qualche motivo per restare – Excursus storico
La succulenta Compravendita delle frequenze Tv
A suo tempo Luigi Bersani propose la vendita di frequenze Tv per recuperare fondi e risollevare le entrate dell’università piacque anche a Giulio Tremonti. Come le api con il miele, anche Mr B. era attratto dalle frequenze tv, ma non per le casse universitarie. Con Claudio Scajola, ministro dello sviluppo economico, l’ape Mr. B fremeva per il miele Tv. Ma il ministro Scajola aveva un mezzanino fronte Colosseo e, stranamente, scopre che qualche anima gentile gli avesse pagato l’oggetto. Per difendersi meglio, si dimise. Nella premura di tutelare il nobile e prestigioso ministero, Mr. B. ne assume ad interim indeterminato l’incarico. Dopo 5 mesi e insistenti sollecitazioni, finalmente Mr B. lascia l’interim e nomina un ministro capace.
Paolo Romani, l’uomo più fidato del presidente del Consiglio in materia di televisioni!

Chi è Paolo Romani?
Nella sua vita si sempre occupato di Tv. Ha fondato RV1, Milano Tv, poi amministratore delegato di Telelombardia ed editore di Lombardia 7, tutto rigorosamente venduto quando stato eletto deputato di Forza Italia nel 1995.
A quel punto, Romani era già in possesso della delega alle Comunicazioni, indi la chiave della gestione e assegnazione delle frequenze, del controllo Rai, della verifica dei contratti scomodi, etc etc.
Al momento, completo di poteri, deve rendicontare solo a Mr B. non che presidente del Consiglio e del Pdl. Insomma Romani un conflitto d’interesse, in linea con il suo capo. Appena insediato, Romani firma come Ministro dello Sviluppo, il nuovo contratto di servizio della Rai, scaduto a fine 2009.

I perché della legge Gasparri
La legge n. 112 del 3/03/04 norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisione e della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a Una legge che fece scandalo nel Governo Berlusconi II. Il governo, nel 2003, vara con D.L. salva Retequattro in cui si mettevano le basi del digitale terrestre. Decreto che permise a Retequattro di continuare a trasmettere in chiaro alla faccia delle condanne dell’UE. Nel caso il Governo attuale arrivi a Natale, dovrà affrontare il destino delle Tv locali chi prende cosa e cosa prendere.

Processo Mills
L’avvocato inglese Mills, noto per aver coinvolto Mr. B. in un processo per corruzione. I fatti risalgono a quando l’Avv. era consulente Fininvest per la finanza estera inglese. Mills stato condannato il primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in favore di Mr B. sotto compenso di 600 mila dollari, versati in un c. corrente Svizzero. Mills fu indubbiamente corrotto, ma il processo si concluso con la prescrizione del reato, e la condanna a risarcire, di 250 mila euro, la Presidenza del Consiglio dei ministri, che per l’occasione si costituita parte lesa. La disquisizione tra Corrotto e corruttore. Il corrotto condannato, non può più essere condannato perché il reato si stinto.
Mr B. possibile corruttore, rimane in sospeso fino alla prima settimana di febbraio 2011.
La sentenza della Cassazione di Milano, ha avuto ripercussioni sul processo gemello a carico di Mr. B. La causa, ripartita in direttissima, lotta contro il tempo per evitare un altro: Colpevole, ma il reato va in prescrizione.

Lodo Mondadori
Nel 1990 De benedetti e Mr B erano convinti di avere il diritto di controllare la Mondadori. Per risolvere la disputa, venne fatto un collegio di 3 arbitri, l’esito fu a favore di De Benedetti. Mr B, non contento dell’esito, fece ricorso alla corte di appello di Roma e vinse. Perla storia dice che la sentenza fu comprata, infatti, Mr. B. paga giudici per avere una sentenza a suo favore. Nell’occhio il Giudice Vittorio Metta.
Secondo il giudice Paolo Carfì pagamenti al giudice Vittorio Metta, furono depositati in contanti, con versamenti che variavano da 10 a 60 milioni di lire, con cadenza quasi mensile, per un totale di oltre 600 milioni di Lire. Qualche tempo dopo, il giudice Metta, fu protagonista dell’acquisto di un appartamento romano, per un importo dichiarato di 500 milioni di lire. A tutti gli effetti, l’appartamento risultato avere un valore commerciale di 900 milioni. Analizzata accuratamente la situazione bancaria del Giudice indagato, si riscontra che il pagamento dell’immobile avvenne con le seguenti modalità: 150 milioni prelevati da conto corrente personale, 350 da mutuo e 400 milioni in contante, consegnati personalmente, in una valigetta, da V. Metta all’agente immobiliare che curava la compravendita. Questo dimostra che le uscite del Giudice erano nettamente superiori alle sue lecite entrate. In concomitanza, si registrarono sostanziali movimentazioni di capitale nella società Iberiam, notoriamente riconducibile a Mr B.

La guerra tra i due imprenditori italiani, per il possesso della casa editrice, il 3 ottobre trova la prima risposta. Il tribunale civile di Milano, nella figura del Giudice Raimondo Mesiano, in primo grado, condanna Mr B e la Fininvest, a pagamento 750 milioni di euro di risarcimento alla Cir di De Benedetti. A fine ottobre del 2009 i legali della Fininvest depositano ?stanza di sospensione dell’esecutività della sentenza La partita ancora aperta. La questione, che risale al 1991, gioca un tesoro enorme che, probabilmente, supera le disponibilità delle casse di Mr B e della Fininvest, e può determinare l’assetto editoriale italiano.

Il 18 novembre, la Corte d’Appello di Milano ha respinto la richiesta di Fininvest di istanza, rinviando il tutto al 23/11/2010.
il 23 novembre si discussa l’ultima udienza pubblica, della causa civile in appello che vede protagoniste rivali Cir (De Benedetti) e Fininvest (Berlusconi). I rispettivi avvocati hanno depositato le conclusioni scritte davanti ai giudici della II Corte d’appello. Gli avvocati Cir, hanno chiesto, come gi noto, la condanna di Fininvest al risarcimento dell’intero danno causato dalla corruzione del giudice Vittorio Metta. Il risarcimento chiesto riconferma i 750 milioni di euro chiesti nel 2009; naturalmente subordinata alla richiesta di riconferma della sentenza di primo grado nella quale veniva riconosciuto a Cir il risarcimento. La controparte Fininvest, chiede la riformulazione della sentenza di primo grado ed una eventuale nuova consulenza tecnica.
Le parti avranno 60 giorni a partire da oggi, per le comparse conclusionali e, successivi 20 giorni per le repliche, in ultimo, anche se non perentorio, i giudici avranno a disposizione 60 giorni per prendere la loro decisione, che conti alla mano potrebbe essere a metà aprile.

Lodo Alfano
Meglio definita come “disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato” poi dichiarato incostituzionale, attualmente nel vassoio delle contrattazioni politiche. Lo scudo del premier indubbiamente la via di salvezza ad ogni pendenza giudiziaria del cavaliere.
La commissione Affari costituzionale ha dato il via alla retroattività del lodo Alfano prevedendo che i processi nei confronti del presidente della Repubblica, o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare
particolare molto importante che significa: non da adesso, ma anche da prima hanno votato in suo favore 13 senatori del Pdl e Lega, pi un senatore finiano, Maurizio Saina.

Il sogno di Mr. B
Il suo sogno diventare Presidente della repubblica indisturbato.  
Seduto al Quirinale Mr. B vorrebbe essere quella figura istituzionale super partis, che rappresenta l’unita l’indipendenza, e l’integrità della Patria, non solo, ma che vigila sul rispetto della Costituzione.
Mr. B sogna di presiedere il Csm in ordinaria e amministrativa e infine, di nominare 5 giudici della Corte costituzionale.
E’ innegabile che, qualche dubbio affiora. Il Curriculum Vitae di Mr. B, aggiunto al suo appetito politico, fa esclamare “anche no!” al più disattento dei cittadino. C’è la teoria di una persecuzione della magistratura che motiva le presunte malefatte. Propagandata dal gruppo degli “ottimisti garantisti”, la persecuzione è una vera stonatura in quanto ha per oggetto un miliardario incredibilmente potente. La teoria del complotto, presume che la magistratura abbia al suo interno delle “toghe rosse”, che accanite, congiurano contro Mr. B.
Se si accetta l’esistenza delle “toghe rosse”, allora può anche esser vero che esistano le “toghe nere” che indulgenti, e benevoli, riescono, con amnistia, prescrizione, assoluzioni con formula dubitativa, e qualche cambio di legge, a risolvere ogni fantasiosa malefatta.
Al momento il parlamento è chiuso. Il governo, poco laborioso, ha preferito chiudere per evitare che tra una votazione e l’altra finisse davvero a ko. Il dietro le quinte consuma energia e risorse. Probabilmente qualcuno si sta adoperando per mettere al sicuro questo e quello. Il tempo è tiranno, meglio correre ai ripari e sistemare più che si può.

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