Ilva. Verttice in Procura. cessare emissioni pericolose

Parte il lavoro della commissione Aia

TRANTO – Di nuovo al tribunale di Taranto i custodi giudiziari nominati dal gip Patrizia Todisco lo scorso 25 luglio Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, accompagnati dal custode amministrativo Mario Tagarelli e dai carabinieri del Noe di Lecce. Dopo un primo rapido incontro in mattinata col gip Todisco, i custodi, incaricati dal tribunale del Riesame di stabilire le strategie e le misure per interrompere la situazione di rischio ambientale e per la salute dei cittadini causata dalle emissioni pericolose dell`acciaieria di Taranto, hanno incontrato il procuratore della Repubblica Franco Sebastio, a capo del pool di magistrati che si occupano delle indagini.

«La fase esecutiva del sequestro – ha commentato il procuratore Sebastio al termine dell`incontro – è iniziata 24 ore dopo la notifica del decreto di sequestro. Il tribunale del Riesame è stato molto chiaro – ha aggiunto Sebastio – non c`è la facoltà d`uso degli impianti e lo scopo dei custodi, sotto la nostra supervisione, è di eliminare le emissioni nocive per la salute».

Massimo riserbo da parte del numero uno della procura ionica sui tempi e le modalità di attuazione degli interventi: «i tecnici stanno per questo, tocca a loro prospettare le modalità di intervento. Ora stanno verificando che la produzione sia al minimo e ci hanno già indicato una stima dei costi e degli interventi da fare. Può darsi che ci siano lavori da fare ad impianti fermi, altri lavori da fare ad impianti accesi ma non produttivi ed altri che permettano di produrre. Tutti questi aspetti li indicheranno i custodi tecnici con i quali abbiamo già concordato una linea operativa».
Chiaro invece il procuratore sui possibili sviluppi della vicenda: «Noi siamo organo giudiziario, perseguiamo i reati, non risolviamo i problemi. Il nostro scopo, indicato dal Riesame, è porre fine rapidamente alle emissioni nocive per l`ambiente e la salute pubblica. ‘Evitiamo di fare annunci in un momento delicato come questo. Conteranno i fatti. I tecnici indicheranno alla proprietà dello stabilimento il programma e gli interventi concordati seguendo la linea dettata dal Riesame, cioè quella di evitare per quanto possibile tecnicamente, la distruzione degli impianti. Si tratta di un`azienda privata, non può farsi carico lo Stato dei lavori necessari per evitare le emissioni nocive, toccherà all`Ilva decidere cosa fare».

I custodi giudiziari nominati dal gip, hanno già eseguito diversi accessi all`interno dello stabilimento, raccogliendo documenti e prendendo informazioni sullo stato degli impianti e sulla produzione. Anche oggi non è escluso che i custodi tornino in Ilva per un ulteriore accesso.

Sempre in mattinata s`è tenuto un incontro all`interno dello stabilimento fra il presidente del Cda di Ilva Bruno Ferrante ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, che hanno chiesto di incrementare l`investimento di 146 milioni annunciato nei giorni scorsi da Ilva per ristrutturare e bonificare gli impianti.

I leader sindacali hanno allontanato lo spettro della cassa integrazione. «Ritengo che in questo momento la cassa integrazione per i lavoratori dell’Ilva di Taranto sia da escludere» ha detto il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella.
 
Lunedì 27 agosto la commissione ministeriale per l`Aia si insedierà a Taranto in prefettura per l`inizio dei lavori.

Ilva. La Commissione Aia al lavoro dal 27 agosto

La Commissione per la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dell’Ilva comincerà i lavori a Taranto lunedì 27 agosto per arrivare alle conclusioni della relazione istruttoria entro la fine di settembre con una serie di incontri tecnici, e chiudersi il 15 ottobre con la Conferenza dei servizi. Il programma prevede – secondo quanto si apprende – approfondimento su migliori tecnologie, impianti, gestione ambientale e monitoraggio. Nel gruppo di supporto alla commissione Aia anche una figura per i rapporti con l’Ue.

Le organizzazioni sindacali chiederanno al presidente dell’Ilva di precisare gli ulteriori investimenti che l’azienda ha in programma per migliorare  l’impatto ambientale e abbattere le emissioni inquinanti.
Secondo i sindacati i 146 milioni di euro annunciati da Ferrante, nel corso del vertice con i ministri Clini e Passera venerdì scorso in Prefettura a Taranto, per una serie di interventi ambientali non sono che l’inizio di una fase molto complessa e onerosa sotto il profilo gestionale, produttivo e finanziario. Per i sindacati resta allo stato un grande punto interrogativo sull’eventuale contraccolpo che un regime di bassa produzione all’Ilva, che ormai sembra inevitabile, potrà avere sui dipendenti. Se si dovesse ragionare nell’ordine di qualche migliaio di addetti inattivi sarebbe inevitabile il ricorso alla cassa integrazione, anche perchè non ci sarebbero possibilità di ricollocare all’interno del siderurgico un numero così rilevante di lavoratori. Questo è stato invece possibile ogni qualvolta sono stati fermati uno o due impianti – l’ultimo caso ha riguardato nelle scorse settimane per uno dei treni nastri – con impatti occupazionali relativamente contenuti. 

Condividi sui social

Articoli correlati