Ilva muore un operaio. I lavoratori non sono carne da macello

TARANTO- Questa mattina l’ennesima morte sul lavoro. Un operaio è morto all’interno del perimetro dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. La vittima, Claudio Marsella, era in forza al reparto movimento ferroviario. L’infortunio è avvenuto durante la fase di aggancio della motrice ai vagoni.

A fronte della morte del giovane operaio, il Coordinamento regionale dell’USB Lavoro Privato Puglia, unitamente all’USB  dell’ILVA, ha proclamato lo sciopero immediato di tutti i dipendenti dello stabilimento ILVA di Taranto, a partire dalle ore 11.00 di oggi, 30 ottobre, fino alle ore 7.00 di domani, 31 ottobre.
 
Lo sciopero è stato indetto per rivendicare la sicurezza nel reparto MOF e per la tutela dell’incolumità e della sicurezza di tutti i Lavoratori dell’ILVA.  “Alle postazioni del MOF i manovratori operano da soli, e se un lavoratore ha problemi nessuno è in grado di rilevarli ed intervenire tempestivamente”, denuncia Francesco Rizzo, dell’USB ILVA. “Queste modalità lavorative sono state sancite da un vergognoso accordo, siglato due anni fa da FIM FIOM e UILM, in cambio di poche centinaia di Euro”.  “Dunque, sia nel caso in cui l’operaio morto abbia avuto un malore, sia nel caso di un incidente, come sembra emergere dai primi accertamenti, si tratta sempre di una giovane vita sacrificata in nome del profitto”, conclude Rizzo. E’ mai possibile che nel 2012 si debba morire ancora di lavoro?
Durissime le parole del segretario nazionale di Rifondazione comunista – Fds, Paolo Ferrero, che denuncia: ”E’ l’ennesima giovanissima vittima di un sistema produttivo che considera il lavoro un costo e gli operai carne da macello”.

Condividi sui social

Articoli correlati