Caso Scazzi. Ecco come hanno ucciso Sarah

TARANTO – “Volevamo darle una lezione”.  Questo si legge tra le 20 pagine dell’ ordinanza di custodia cautelare del Gip Rosati  sul delitto della 15enne Sarah Scazzi.

Michele Misseri imputato numero uno riferisce che nei particolari quel drammatico pomeriggio del 26 agosto. “Con mia figlia – sempre secondo il racconto del presunto omicida –  abbiamo deciso di farle paura, mettendole la corda al collo per spaventarla, ma non doveva morire.”  Sabrina avrebbe portato a forza Sarah in garage, per un chiarimento sulle molestie di Misseri, bloccandola mentre lui le metteva la corda intorno al collo. Poi Sabrina  si sarebbe intimorita e avrebbe detto al padre “lascia stare, l’ammazzi”. Ma ormai era troppo tardi e la giovane ragazza di Avetrana aveva smesso di respirare. I difensori di Sabrina Misseri, che hanno 10 giorni per impugnare l’ordinanza di custodia in carcere emessa ieri dal gip di Taranto, chiederanno presto anche un confronto, in sede di incidente probatorio, tra la loro assistita e suo padre Michele reo confesso dell’omicidio di Sarah. Al momento i legali della famiglia Misseri si attengono agli atti che a loro avviso ” delineano comunque un quadro coerente dell’accusa rispetto ai fatti”. “Non si può fare a meno di riflettere – ha infine chiarito  l’avvocato Biscotti  – su come, soprattutto Concetta, madre di Sarah, sia stata psicologicamente sviata in ordine ai suoi pensieri per 42 giorni da chi assiduamente le suggeriva di indagare sul marito, su romeni e quant’altro”.
Nel frattempo Sabrina che si trova rinchiusa in isolamento ha chiesto ai suoi agenti di custodia di poter leggere un libro che le possa sollevare l’animo, considerando che quotidiani e televisione sono vietati.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe