Crisi. Si uccide l’ennesimo imprenditore in Veneto

VENEZIA – Altro dramma, altro suicidio a causa della crisi, l’ennesimo ormai di una lunga serie. Questa volta è un imprenditore di 46 anni di Spinea (Venezia).

Le cause sono facili da immaginare ormai: problemi economici. L’uomo infatti aveva chiuso l’attività di termoidraulica circa tre anni fa, ma aveva accumulato debiti a causa anche di crediti che non riusciva a incassare e che lo avevano portato al pignoramento della casa e dell’azienda. Si  è impiccato mercoledì sera alle 22.00 circa nel garage della casa del cognato. Non ha lasciato biglietti, ma lascia una moglie e una bambina piccola. E’ stata proprio la moglie a lanciare l’allarme non vedendolo rientrare dopo una cena con i parenti. L’uomo temeva che il cognato potesse fare la sua stessa fine.

Intanto ieri si è svolta a Padova una manifestazione in onore dei caduti sul lavoro.

“Chiediamo che a livello europeo sia istituita una commissione internazionale sulla strage di imprenditori e lavoratori che in Veneto sono stati indotti al suicidio dalle banche e da Equitalia” hanno affermato esponenti dell’associazione Confedercontribuenti. “Siamo stanchi che la politica ricerchi soltanto il potere mentre in Veneto la strage continua: da inizio anno sono almeno dodici, uno alla settimana, gli imprenditori che si sono tolti la vita. Davvero troppi per non parlare di strage”. In realtà si tratta di una vera e propria strage se si fa un calcolo di tutti coloro che si sono tolti la volta anche nel 2012.

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