Mafia. Saviano, serve una legislazione europea condivisa

PALERMO – «Incredibili cose sono state fatte ma la strada è molto lunga. Se fossero qui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino secondo me vorrebbero una battaglia alla mafia europea. Serve una legislazione condivisa». Così lo scrittore Roberto Saviano, nell’aula bunker di Palermo, risponde agli studenti.

Saviano si è detto «emozionato di essere in un luogo in qualche modo sacro. Da qui – ha sottolineato – è iniziato un nuovo percorso di diritto e di analisi, non solo in Italia ma nel mondo. Non c’è Paese al mondo che non prenda spunto dalla giurisprudenza italiana per affrontare il tema della mafia. Il diritto da qui si è irradiato nell’intero mondo».

Lo scrittore ha sollecitato i ragazzi che gli chiedevano se vi fosse ancora la speranza che cambi qualcosa di «continuare a capire e studiare. Io credo che questo possa essere davvero l’inizio, quindi occorre conoscere, conoscere, conoscere». Saviano ha infine raccontato di aver conosciuto un’Italia spesso diversa da come si pensi: un’Italia rovesciata che mi ha stupito e meravigliato; un’Italia dove al sud c’è molta più consapevolezza rispetto al nord« sul fenomeno mafioso. E a un bambina di dieci anni che gli chiedeva se si fosse pentito di aver scritto »Gomorra«, Saviano ha risposto: »Non rinnego nulla, sono orgoglioso e vado avanti nonostante il disagio. C’è una parte di me che vive tormentata e che pensa ‘avrei potuto fare un’altra cosà ma occorre difendere quello che si fa. Fare il proprio lavoro bene in Italia è un gesto rivoluzionario. Io ci provo«.

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