Franca, simbolo delle lotte per la libertà

ROMA- Franca Rame ci ha lasciati oggi. Il mio ricordo va immediatamente al suo monologo Lo stupro che andò in onda nel 1988 su rai1. Franca Rame nel 1973 fu rapita da 5 uomini esponenti dell’estrema destra, la violentarono, le spensero le sigarette sul corpo, le tagliarono la pelle con delle lamette mentre le dicevano: “Muoviti puttana, devi farmi godere”. Il reato fu denunciato ma la sentenza arrivò solo 25 anni dopo quando ormai era prescritto. Come per altri crimini perpetuati per mano dei neofascisti i responsabili non vennero mai scoperti.

Ci vuole un coraggio incredibile nel raccontare e mettere a disposizione il proprio dolore, Franca Rame inserì nel suo spettacolo “Tutta casa, letto e chiesa” questa terribile vicenda, la sua voce si fece voce di tutte le donne violentate. La vita di Franca Rame legata fino dagli anni ’50 a quella di suo marito Dario Fo, è stata una vita ricca di arte messa a servizio dell’impegno civile, una vita coerente con gli ideali che ha sempre manifestato apertamente, coerente con il suo essere donna libera nonostante la violenza, la censura e tutta l’ingiustizia che aveva subito. Ogni cittadino italiano che crede nella onestà e nei diritti ha un grosso debito di gratitudine con questa immensa artista, ci ha insegnato il coraggio di non smettere mai d’impegnarsi per i valori in cui crediamo, ci ha insegnato la dignità  e quanto sia importante non tacere mai davanti ad ogni tipo d’ingiustizia. Grazie Franca.

 

 

La vita

Una vita dedicata al teatro, ma anche all’impegno politico e civile. L’Italia perde una protagonista del panorama culturale, che tra il palcoscenico dell’arte e quello della vita, aveva calato un ponte da percorre in entrambi i sensi, da un lato per raccontare la realtà, spesso cruda, a sipario aperto, dall’altro per portare pò di poesia nel quotidiano più aspro. Franca Rame si è spenta oggi all’età di 84 anni: nell’aprile 2012, un ictus, che l’aveva costretta ad un ricovero d’urgenza al Policlinico di Milano era stato forse il primo segnale di una debolezza fisica, non certo di spirito. 

Figlia d’arte, la Rame conobbe il palcoscenico prima ancora d’ogni altra esperienza: comparve, infatti, appena nata nel ruolo di infante in una delle commedie allestite dalla compagnia familiare. La ‘consapevolezza del mestierè era arrivata nei primi anni ’50 quando entrò nella compagnia di Tino Scotti per lo spettacolo ‘Ghe pensi mì. Intanto, il bivio della vita è alle porte e sul calendario segna la data del 24 giugno 1954: Franca Rame sposa Dario Fo nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano (nasce nel 1955 il figlio Jacopo). Un’unione non soltanto privata perchè i due stringono un’alleanza che li porterà singolarmente e in coppia a siglare numerose pagine della storia italiana. A partire dal profilo culturale, con la creazione nel 1958 della ‘Compagnia Dario Fo-Franca Ramè destinata ad un rapido e significativo successo. Con il ’68, i due scoprono anche il volto dell’impegno politico e civile abbracciando le nuove ideologie emergenti, che porterà successivamente Franca Rame, alla fine degli anni ’70 ad unirsi alle file del movimento femminista.

L’attività teatrale, nel frattempo, vede il duo Rame-Fo in una serie di abbandoni e fondazioni di compagnie: lasciano il circuito dell’ETI nel 1968 per fondare il collettivo Nuova Scena, dalla separazione dal quale è nato un nuovo soggetto, La Camune, attivo nei circoli Arci e nei ‘teatri ineditì come fabbriche e scuole occupate con spettacoli di satira politica. La Rame attrice approda alla fine degli anni ’70 all’interpretazione di propri testi (‘La madrè, ‘Grasso è bello!’, ‘Tutta casa, letto e chiesà) , cui anni dopo s’aggiunge ‘Lo stuprò, testo ispirato alla

drammatica esperienza personale vissuta nel 1973, quando Franca Rame venne rapita e violentata da cinque esponenti di estrema destra. Solo due anni prima, l’attrice si era pubblicamente esposta sottoscrivendo una lettera aperta, pubblicata dal settimanale L’Espresso, sulla morte del ferroviere anarchico Pinelli, in cui numerosi esponenti della cultura e della politica chiedevano la destituzione di alcuni funzionari. Nella vita di Franca Rame c’è stato posto anche per l’impegno istituzionale con l’elezione al Senato nel 2006 in quota IdV, incarico lasciato dopo due anni. L’attrice ha dedicato gli

ultimi anni alla propria autobiografia (‘Una vita all’improvvisà), immancabilmente scritta con il marito, ma anche, e soprattutto ancora, a calcare il palcoscenico: tra il 2011 e il 2012, infatti, i due hanno riportato in scena il celebre Mistero buffo, opera di Dario Fo, presentata per la prima volta nel 1969. 

 

Condividi sui social

Articoli correlati