Processo Meredith Kercher. La sentenza il 30 gennaio

Prossima udienza attesa per il 20′ gennaio

FIRENZE  –  Si è tenuto oggi l’appello bis dell’omicidio di Perugia di Meredith Kercher. Sono stati protagonisti gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori in veste di difensori di Raffaele Sollecito, il quale oggi non ha voluto proferire parola sulla vicenda.

“Di questo non dico niente” , ha detto ai cronisti presenti in Tribunale. L’unica assicurazione arriva dallo stesso imputato il quale ha promesso di rimanere in Italia, mettendo a tacere false voci che lo pensavano in volo per l’estero. Anche la Knox in un’intervista rilasciata a un giornale italiano ha affermato di voler parlare direttamente con la famiglia Kercher: “Voglio dire a loro loro che non centro (…) eravamo amiche”. Subito la replica del legale della famiglia Kerchner: “Amanda deve fare l’imputata. Questo è il momento di fare l’imputata. Si fermi nelle sue dichiarazioni”. Così l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, prima dell’inizio dell’udienza di oggi, ha commentato alcune dichiarazioni rese alla stampa da Amanda Knox, che avrebbe detto di voler incontrare i familiari di Meredith Kercher.

 

L’avvocato Giulia Bongiorno, invece, ha definito il movente dall’accusa ”camaleontico” e ”monco” riferendosi al gioco erotico finito male ipotizzato dalla Procura di Perugia e al movente della lite del pg di Firenze. “Raffaele – ha aggiunto il legale – non era un cagnolino.  Non è che può uccidere per amore di Amanda. Non esageriamo. In questo processo il movente sembra un optional. Ne abbiamo sentiti due e questo la dice lunga sulla fluidità del processo”.   “Ci aspettiamo una difesa precisa e puntuale come al solito – ha aggiunto Maresca – però anche i soliti argomenti difensivi. La Corte ha tutti gli elementi per decidere. Gli elementi sono sempre quelli che ci portiamo dal primo grado e che la Cassazione ha messo bene in luce in quella forte sentenza”.

Il procuratore Alessandro Crini ha chiesto 26 anni di reclusione per Raffaele Sollecito e 26 più 4 per calunnia per Amanda Knox.  Il 20 gennaio avranno luogo le repliche mentre il 30 si deciderà per la sentenza di Raffaele.

 

I fatti in sintesi

Un primo novembre da dimenticare. E’ questa la data nell’anno 2007 durante la quale  avvenne  l’omicidio di Meredith Kercher,, studentessa inglese in Italia per il progetto Erasmus presso l’Università di Perugia. La ragazza venne trovata senza vita all’interno della casa dove abitava con i suoi coinquilini Rudy Guede , Amanda Knox  e Raffaele Sollecito. La causa del decesso fu un’emorragia provocata da una ferita di un oggetto acuminato, usato come arma. La prima condanna riguardante la Knox  e Sollecito fu emessa il 5 dicembre 2009 dalla Corte di Perugia. Il 3 ottobre 2011 la Corte d’Assise, presieduta da Claudio Pratillo Hellman, condannò Amanda Knox a 3 anni di reclusione per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, risultato poi estraneo ai fatti. La sentenza di I grado condannò i tre protagonisti dell’omicidio 26 (Knox) , 25 (Sollecito) e 16 (Guede) anni di reclusione. 

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