Liberato a Roma il cileno Alfonso Podlech

Verso la conclusione del processo che lo vede imputato per la morte dell’ex sacerdote di origine italiana Omar Venturelli

ROMA  –  Venerdì 11 marzo  è stato scarcerato da Rebibbia Alfonso Podlech, ex procuratore militare di Temuco, in Cile, oggi settantacinquenne, arrestato dal giudice spagnolo Balthazar Garzon il 27 giugno del 2008 e sotto processo davanti alla I Corte d’Assise di Roma per l’omicidio dell’ex sacerdote italiano Omar Venturelli all’interno delle violazioni dei diritti umani della Operazione “Condor” e degli altri abusi dell’ex dittatore cileno Augusto Pinochet. Ad ordinare il provvedimento è stato il Tribunale del riesame ritenendo immotivato il pericolo di fuga, dopo che lo stesso provvedimento e il carcere domiciliare erano staio più volte negati proprio per il rischio di fuga. Podlech ha sostenuto di non aver mai conosciuto l’ex sacerdote. La figlia di Venturelli, Maria Paz, è di tutt’altro avviso e parla di “vera tragedia, mancava solo un mese alla sentenza: abbiamo lavorato tanti anni per niente”. La vedova, Fresia Cea, si dice sicura che Podlech “cercherà di fuggire per evitare la condanna”, che è certa da quanto emerso nel processo. Omar Venturelli era stato sacerdote ma fu sospeso a divinis dopo la sua scelta di rimanere a fianco degli indigeni Mapuche nelle occupazione delle loro terre ancestrali, continuò il suo impegno insegnando pedagogia all’università cattolica di Temuco. Qualche giorno dopo il colpo di stato di Pinochet, dell’11 settembre del ’73, fu tra i ricercati dal regime, si consegnò alle autorità militari ma da allora entrò nell’incubo del carcere e le torture, coordinate appunto, secondo l’accusa, dal procuratore militare Alfonso Podlech, e scomparve per sempre il 4 ottobre.

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