Spatuzza riconosce lo 007 coinvolto nella strage di Via D’Amelio

PALERMO – Il funzionario dell’Aisi Lorenzo Narracci, indagato dai pm di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi mafiose del ’92, è stato riconosciuto dal pentito Gaspare Spatuzza, durante una ricognizione, come «il soggetto estraneo a Cosa nostra visto nel garage mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata nell’attentato al giudice Paolo Borsellino».

A Spatuzza sono stati mostrate più persone, tra cui il funzionario dei Servizi, simili di aspetto, dietro a un vetro. Il pentito non avrebbe avuto esitazioni. Narracci, ex funzionario del Sisde tuttora in servizio all’Agenzia per la sicurezza interna (Aisi), è indagato dalla procura di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sulla strage del ’92 in via D’ Amelio a Palermo in cui vennero fatti saltare in aria con un’autombomba il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque poliziotti di scorta. Il funzionario, dopo la notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta, è stato allontanato dal suo precedente incarico e destinato ad altri compiti all’interno dell’Aisi.

Anche Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito, ha riconosciuto, oggi a Caltanissetta, nel funzionario dell’Aisi Lorenzo Narracci, indagato a Caltanissetta per la strage di via D’Amelio, «l’uomo che in un’occasione incontrò il padre nella sua abitazione». Narracci è stato sottoposto, come prevede il codice, a una ricognizione personale. Inoltre tra Ciancimino e l’agente c’è stato un confronto: lo 007 ha però negato di avere mai visto Ciancimino e suo padre.

Sulla clamorosa vicenda è intervenuto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. «Da anni ha detto – sostengo che mio fratello è stato ucciso perchè si è messo di traverso alla trattativa tra la mafia e lo Stato. Forse siamo a un passo dalla verità», ed ha aggiunto: «Sono veramente felice di sapere che finalmente siamo a qualche passo dall’avere giustizia. Speriamo che nessuno intralci quei magistrati eccezionali che stanno stanno togliendo il velo per arrivare alla verità: Antonino Ingroia, Nino Di Matteo e Sergio Lari». Borsellino annuncia che in qualità di responsabile del movimento delle Agende Rosse ha organizzato per il 20 novembre una manifestazione che si terrà in contemporanea in quattro città (Palermo, Roma, Firenze e Milano) «per sostenere proprio questi magistrati». «Ho grande paura che possa succedere qualcosa – avverte il fratello di Borsellino – Il pericolo può arrivare da quelle stesse persone che hanno messo le bombe in via D’Amelio, e non mi riferisco ai mafiosi. Tutto è legato a quell’infame trattativa tra Stato e mafia».

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