Omicidio Yara. Gli esami confermano, omicida figlio dell’autista morto nel ’99

ROMA –  Gli esiti finali dei test del dna preso da una macchia di sangue trovato sul corpo della bambina confermano che a uccidere la tredicenne è stato il soggetto non ancora identificato chiamato dalla scientifica”ignoto 1″,soggetto dal volto ancora sconosciuto che pero presenta una compatibilità del 99,99999987% con l’autista di corriere Giuseppe Guerinoni,morto nel 1999 all’età di 61 anni.

Il corpo di Guerinoni infatti,riesumato appunto per effettuare questi test presenta il cromosoma Y (cromosoma che si trasmette di padre in figlio nei soli soggetti maschi) praticamente identico a quello del maggiore indiziato per l’omicidio.

“Ignoto 1” figlio illegittimo dell’autista di Gormo però ancora non ha un volto definito: sono in corso ora le ricerche per tentare di arrivare a lui in qualche modo o cercare di identificarlo meglio ipotizzando qualche sua caratteristica in base a studi scientifici. Secondo gli investigatori infatti l’omicida dovrebbe avere una cinquantina di anni. La macchia di sangue da cui è stato preso il dna ipotizzano sempre gli investigatori,potrebbe essere dovuta a una ferita che si è autoinflitta l’omicida nel tentativo di tagliare gli slip della vittima. A Giuseppe Guerinoni invece,la polizia era arrivata dopo l’analisi per tre anni di campioni di dna prelevati da vari frequentatori della discoteca di Chignolo vicino al campo dove era stato ritrovato il corpo di Yara.

Dopo numerosi tentativi di avvicinare i vari dna dei frequentatori del locale a quello dell’assassino vi è stata trovata la corrispondenza con il dna di Guerinoni; subito il pm titolare dell’inchiesta Letizia Ruggeri ha dato il via alle verifiche incrociate effettuate dall’anatomopatologa Cristinia Cattaneo per verificare l’effettiva corrispondenza ,trovando cosi la conferma genetica. Questo sviluppo muove l’intero caso verso altre direzioni,abbandonando quasi definitivamente le piste seguite che riconducevano l’identita dell’assassino ad uno degli operai del cantiere di Mapello dove inizialmente il fiuto dei cani aveva portato o su Mohammed Fikri,indagato sia per omicidio sia per favoreggiamento.

 

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