Mediatrade. Berlusconi torna in Tribunale dopo 8 anni, ma prima attacca le toghe rosse

MILANO – Silvio Berlusconi è salito di nuovo sul predellino, come aveva fatto a piazza San Babila quando lanciò l’idea di fondare il Popolo delle Libertà. Stavolta, invece, il suo intento era quello di tranquillizzare tutti sull’esito del processo Mediatrade, appena uscito dal Palazzo di Giustizia.

Davanti al gup
Stamattina al Palazzo di Giustizia di Milano si è consumata l’udienza preliminare del processo Mediatrade, davanti al giudice per l’udienza preliminare Maria Vicidomini. Il presidente del Consiglio è imputato, assieme ad alte 11 persone, con l’accusa di frode fiscale e di appropriazione indebita per la vendita dei diritti televisivi. L’udienza è durata poco più di un’ora e mezza durante la quale sono state esplicate le pratiche di rito: si sono costituite le parti ed è stato fissato il calendario che prevede udienze il 4 aprile, il 2 ed il 30 maggio.
Silvio Berlusconi, pur se imputato in diversi processi, mancava dalle aule di giustizia dal 2003 grazie alle leggi ad personam approvate dal parlamento e poi ritenute incostituzionali dalla Suprema Corte. Il lodo Schifani, il lodo Alfano, il legittimo impedimento sono alcune delle norme che hanno concesso al Presidente del Consiglio di evitare i processi, giustificando di volta in volta ogni provvedimento con la persecuzione della magistratura nei suoi confronti.

In televisione
Anche oggi il Cavaliere non ha voluto essere da meno. Come un concorrente del Grande Fratello che prima della prova settimanale va in confessionale e dire ciò che gli passa per la testa, così Berlusconi ha chiamato la trasmissione di Belpietro Mattino 5. Non si è risparmiato e ha rilanciato la tesi del complotto giudiziario ai suoi danni. «Sono l’uomo più imputato della storia e dell’universo», ha detto, ribadendo di aver subito «già 24 processi, tutti archiviati ed io assolto». Il Presidente omette di dire che la prescrizione ha ucciso diversi procedimenti a suo carico e che norme come la ex Cirielli o la depenalizzazione del falso in bilancio l’hanno salvato da condanna certa…

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