Napoli. L’infinita emergenza dei rifiuti. Spediti anche a Messina

NAPOLI – La situazione più difficile riguarda Pianura, Ponticelli e San Pietro a Patierno.

Qui sono giorni che i cumuli di immondizia non sono raccolti. Secondo i dati forniti dall’assessore all’Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, rispetto a ieri, sono a terra circa 100 tonnellate in più di rifiuti. È sul fronte della differenziata che i dati preoccupano. A oggi ancora 250 Comuni su 551 sono sotto la soglia del 35 per cento. Con molta probabilità i Comuni che non hanno raggiunto l’obiettivo della soglia minima saranno considerati inadempienti e per tanto si procederà alla nomina di commissari ad acta. Per ora soluzioni diverse e, soprattutto, immediate, non ce ne sono.

Nella giornata di ieri sono state conferite 832 tonnellate, di cui 402 nello Stir di Giugliano in Campania, 223 nell’impianto di Caivano, 49 nello Stir di Tufino. A Chiaiano, sono arrivate invece 158 tonnellate, un centinaio in più rispetto agli accordi con la Sapna, azienda pubblica che gestisce il ciclo dei rifiuti a Napoli. Mentre altre 25mila andranno dritte nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, nel messinese. In base ad un accordo privato fra la Sapna e l’ente gestore della discarica, saranno raccolti soltanto rifiuti trattati, biostabilizzati e tritovagliati. Qui, appresa la notizia, sono sorte diverse polemiche giacché anche la Sicilia è al collasso. “Secondo le nostre stime, entro i primi giorni di aprile l’intero quantitativo sarà trasferito a Mazzarrà. Venticinquemila tonnellate possono sembrare molte, ma il nostro sito ne può accogliere un milione e 700 mila”, ha dichiarato l’amministratore delegato della Tirrenambiente, società che gestisce la discarica.

Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, all’indomani della presentazione del nuovo Piano per la gestione rifiuti, ha stimato l’uscita dalla crisi entro tre anni “con la realizzazione dei termovalorizzatori”. E ha invitato i candidati sindaci a un tavolo di confronto. “Solo propaganda” risponde Luigi De Magistris. Il nuovo Piano punta a raggiungere il 50% di differenziata entro Natale attraverso la firma di alcuni Protocolli d’intesa e lo stanziamento di 150 milioni di euro. L’idea, ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente, Romano, è di creare “tante mini isole ecologiche così da incentivare i cittadini a portare i rifiuti ricevendo in cambio una riduzione sulla Tarsu”. Non è d’accordo l’ex Pm che in una nota dichiara: “In attesa che siano realizzati gli inceneritori, il Piano di Caldoro punta ad aprire nelle province di Avellino e Benevento nuove megadiscariche per rifiuti ‘tal quali’ oppure, nella migliore delle ipotesi, per materiale organico putrescente”. Il Piano, sostiene De Magistris, viola le direttive comunitarie in tema di rifiuti e non risolve il problema della mancanza di impianti per il trattamento della frazione organica. Mancanza, aggiunge, che blocca il funzionamento degli Stir e rende antieconomica, per i comuni che la praticano, la raccolta differenziata della frazione organica.

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