Manette in banca. Arrestato il vicepresidente Abi

Carige truffata per oltre 20 milioni di euro

ROMA – Compravendita di immobili e di quote societari a prezzi gonfiati rispetto al valore reale è questa la sostanza delle due operazioni finanziarie  che vengono contestate dagli inquirenti  della Procura di Genova nell’ambito dell’indagine sul caso Carige, che ha portato all’arresto di pezzi da novanta della banca ligure.

Le manette sono scattate per la presenza del rischio di reiterazione dei reati e di fuga all’estero. Sono queste le motivazioni alla base delle misure cautelari prese nei confronti di Giovanni Berneschi,  ex presidente del cda di Carige,attualmente vicepresidente dell’Abi, l’associazione dei bancari  e Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato della banca agli arresti domiciliari in quanto ultra settantenni  .Oltre ai personaggi interni alla banca, i destinatari delle misure cautalari sono: Ernesto Cavallini, imprenditore immobiliare (domiciliari); Davide Enderlin, avvocato svizzero (in carcere); Sandro Maria Calloni, imprenditore (in carcere); Andrea Vallebuona, commercialista di Genova (in carcere), Francesca Amisano, la nuora di Berneschi (carcere). Secondo la Procura esisteva un vero e proprio comitato di affari comitato di affari i Le contestazioni alla base degli arresti degli indagati riguardano i reati di associazione per delinquere transnazionale, la truffa aggravata, il riciclaggio e l’intestazione fittizia. Perquisizioni oltra a Genova sono9 state effettuate anche a Milano, La Spezia e in altre sedi.

Unico commento della Banca: “Noi siamo la parte lesa”

Al momento l’unico commento di Banca Carige sull’indagine della Procura di Genova è stato un laconico “Abbiamo appreso la notizia dagli organi di stampa. Siamo parte lesa. Attendiamo gli sviluppi”. Ricostruiamo la vicenda sulla base delle prime notizia fornite dagli inquirenti su operazioni molto complesse. La prima operazione sarebbe stata compiuta nel 2006 ed il reato configurato,  quello di   truffa,  prescritto. In questa operazione  coinvolti Giovanni Berneschi, Ferdinando Menconi, e Ernesto Cavallini, imprenditore del settore immobiliare  i quali avrebbero convinto il cda di Carige Vita Nuova ad acquisire da una società facente capo a Cavallini, la partecipazione totalitaria in I.H. Roma srl. La società risultava proprietaria di due hotel, l’ Hotel Mercure di Milano e l’Hotel Pisana di Roma, ad un prezzo sproporzionato rispetto al valore corrente. Il prezzo della compravendita, oltre 70 milioni di euro, sarebbe superiore di circa il 50 per cento rispetto al reale valore di mercato al momento della compravendita.I super profitti derivanti dalla compravendita li avrebbe intascati Cavallini per poi dividerli con Berneschi attualmente vicepresidente dell’Abi, l’associazione dei bancari, e Menconi.

Valutazioni gonfiate di compravendita  di alberghi

La seconda operazione, anch’essa configurata come truffa ma compiuta nel 2009 e quindi non ancora prescritta, è attribuita a Giovanni Berneschi, all’epoca presidente del consiglio di amministrazione di Carige Vita Nuova spa e Carige spa, e Andrea Vallebuona come rappresentante della società anonima svizzera Balitas nelle assemblee della controllata Assi 90 srl. Meccanismo simile alla prima con una valutazione gonfiata di una compravendita, in questo caso il perito era il medesimo Vallebuona, con Berneschi e Vallebuona che grazie alla perizia con valori gonfiati inducevano la Carige Vita Nuova spa ad acquistare da Balitas sa una partecipazione in Assi 90 srl.Il prezzo della compravendita, 5.600.000 euro, sarebbe risultato essere superiore di 45 volte al valore della partecipazione. Anche in questo caso i proventi sarebbero stati destinati agli organizzatori della giostra, Berneschi e Menconi, soci occulti della Balitas sa che era formalmente amministrata da Davide Enderlin, anche lui finito in manette.

Lo stesso Enderlin insieme ad altri tra cui Francesca Amisano, nuora di Berneschi, si prestavano ad effettuare attività di riciclaggio dei proventi delle due truffe del 2006 e 2009 a favore di Menconi e Berneschi.

21 milioni gli illeciti proventi trasferiti in Svizzera

Le due operazioni illecite contestate alla banda dei banchieri avrebbero fruttato oltre 21 milioni di euro. Il denaro, secondo quanto emerso dalle indagini effettuate dalla procura di Genova, sarebbe stato trasferito in Svizzera attraverso una catena di operazioni ma l’equivalente della cifra è stato posto sotto sequestro preventivo.

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