Arresto Clini. L’indagine continua, l’ex ministro aveva un conto cifrato in Svizzera

 

ROMA – Prosegue la vicenda Clini. Secondo le indagini l’ex ministro è intestatario di un conto cifrato in Svizzera, “Pesce”, in cui furono depositati i fondi stanziati dal governo italiano per il progetto di risanamento dei bacini idrografici in Iran, sottratti al dicastero dell’Ambiente.

L’ordine di custodia cautelare ai domiciliari è esteso oltre che a Clini, anche ad Augusto Pretner, l’ingegnere padovano socio dello studio che curava il progetto New Eden in Iran; il quale, nell’interrogatorio svoltosi ieri a Ferrara, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dal Gip ferrarese Piera Tassoni viene ricostruito l’intero percorso del danaro: le somme sottratte attraverso un sistema di false fatture venivano, a scopo di transito, versate prima sul conto della Coolshade Enterprise di Pretner, poi su un conto di un intermediario svizzero ed infine trasferite sui conti cifrati detti : Schiavo, Sole e Pesce. In quest’ultimo, aperto dal 2005, sono confluiti, nell’arco di tempo che va dall’ottobre 2008 al giugno 2011, più di 1 mln di euro.

Ma il caso Clini non si chiude qui. L’ex ministro è infatti contemporaneamente indagato dalla Procura di Roma, insieme con la moglie  Martina Hauser, assessore a Cosenza per la Sostenibilità ambientale, le Energie rinnovabili e l’ottimizzazione delle Risorse Idriche -ça va sans dire- (invitata a dimettersi, come atto dovuto, da Pietro Mancini ex sindaco di Cosenza) e ad altre persone per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, con l’aggravante della transnazionalità. Il caso verte su centinaia di milioni destinati alla riqualificazione ambientale in Cina e Montenegro dai quali, attraverso un giro di mazzette, sarebbero state distratte cospicue somme dall’associazione.

Previsto per oggi l’interrogatorio di Clini a Ferrara, mentre le indagini di Roma sono ancora in corso. Si attendono ulteriori sviluppi.

Bonelli chiede apertura inchiesta

“E’ opportuno che il Parlamento avvii subito una Commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della Direzione generale del ministero dell’Ambiente da parte di Corrado Clini che, dagli anni ’90 è stato in maniera indiscussa uno dei più potenti direttori generali di quel ministero e sotto il quale sono passati operazioni di bonifica progetti di cooperazioni, iter di autorizzazioni rilevantissime sia dal punto di vista ambientale che economico”. Lo chiede il Coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli che dopo aver reso pubblici i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità a Taranto era stato minacciato proprio da Clini, allora ministro dell’Ambiente, di azioni legali.

“Siamo certi che le inchieste giudiziarie faranno piena luce su una vicenda che, da quello che si legge giorno dopo giorno sui giornali, lascia esterrefatti – conclude Bonelli -. Ma il Parlamento ha il dovere di indagare a fondo sulle vicende che riguardano l’operato di Clini che è stato per tantissimi anni uno degli snodi fondamentali delle politiche ambientali italiane, gestendo un potere enorme, spesso superiore a quello dei ministri che si sono alternati in Via Cristoforo Colombo, 44”.

 

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