Pedofilia. Papa la Chiesa chiede perdono, l’infanzia è un tesoro

CITTA’ DEL VATICANO – «Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali; e mi impegno a non tollerare il danno recato a un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale. Tutti i vescovi devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di questa responsabilità».

Così Papa Francesco nell’omelia di Santa Marta, alla quale hanno partecipato sei vittime di pedofilia da parte del clero. Il Pontefice ha aggiunto: «Continueremo a vigilare sulla preparazione al sacerdozio. Conto sui membri della Pontificia Commissione per la Protezione  dei Minori, tutti i minori, a qualsiasi religione appartengono, sono i piccoli che il Signore guarda con amore».

E poi ancora il Pontefice precisa: «Davanti a Dio e al suo popolo sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini di abuso sessuale commessi da membri del clero nei vostri confronti e umilmente vi chiedo perdono» a nome della Chiesa. Che «chiede a Dio la grazia per questi peccati commessi, anche di omissione» perchè gli abusi sessuali di pedofilia commessi da consacrati rappresentano «qualcosa di più di atti deprecabili: un culto sacrilego». «L`immagine di Pietro che, vedendo uscire Gesù da questa seduta di duro interrogatorio, e che incrocia lo sguardo con Gesù e piange, mi viene oggi nel cuore incrociando – ha detto Papa Francesco guardando negli occhi a Santa Marta le vittime della pedofilia dei preti- il vostro sguardo e quello di tanti uomini e donne, bambini e bambine.

Sento lo sguardo di Gesù e chiedo la grazia del suo pregare. La grazia che la Chiesa pianga e ripari per i suoi figli e figlie che hanno tradito la loro missione, che hanno abusato persone innocenti con i loro abusi. E io oggi sono grato a voi per essere venuti qui». «Da tempo – ha proseguito Bergoglio- sento nel cuore un profondo dolore, una sofferenza, tanto tempo nascosto, dissimulato in una complicità che non trova spie gazione, finché qualcuno non si è reso conto che Gesù guardava, e un altro lo stesso e un altro lo stesso… e si fecero coraggio a sostenere tale sguardo. E quei  pochi che hanno cominciato a pia ngere, hanno contagiato la nostra coscienza per questo crimine e grave peccato. Questa è la mia angustia e dolore per il fatto che alcuni sacerdoti e vescovi hanno violato l`innocenza di minori e la loro propria vocazione sacerdotale abusandoli sessualmente.  «Hanno profanato – ha sottolineato il Papa, nel duro me culpa pubblico della Chiesa pronunciato a santa Marta- la stessa immagine di Dio alla cui immagine siamo stati creati. L`infanzia è un tesoro. Il cuore giovane, così aperto e pieno di fiducia, contempla i misteri dell`amore di Dio e si mostra disposto in una maniera unica ad essere alimentato nella fede. Oggi il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù in questi bambini e bambine e vuole piangere. Chiede la grazia di piangere di fronte a questi atti esecrabili di abuso perpetrati conto i minori. Atti che hanno lasciato cicatrici per tutta la vita».

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