Yara. Bossetti interrogato dal Pm. Spunta l’ombra di un complice

BERGAMO – Il caso Yara assume sempre più dei contorni poco chiari. Massimo Giuseppe Bossetti oggi risponderà alle domande del pubblico ministero Letizia Ruggeri: «Su di me – dice il presunto assassino di Yara attraverso i suoi legali  – sono state dette e scritte solamente falsità. Possono pure processarmi, non temo nulla, io sono innocente”. 

L’interrogatorio di oggi è stato espressamente richiesto dallo stesso Bossetti dopo aver letto alcuni articoli di giornale e visto servizi ai telegiornali sulla sua persona, notizie in parte false o troppo esaltate dai media – afferma il suo avvocato Silvia Gazzetti -. È una scelta che può destare sorpresa, ma il mio assistito vuol fare chiarezza ed essere collaborativo in un’inchiesta che lo vede accusato ingiustamente dell’omicidio di Yara”.

Ma non è tutto. Secondo alcune indiscrezioni, che riportano espressioni usate dallo stesso Bossetti parlando con il personale del carcere di Bergamo, sembra che l’indagato voglia andare oltre alla sua dichiarazioni di innocenza che ha ripetuto finora, facendo il nome di un altro uomo. Bossetti, tuttavia, è psicologicamente provato per le lunghe giornate in isolamento nel carcere di via Gleno e per questa accusa che pesa sulla sua persona. Nonostante questo, però, non intende chiedere scorciatoie «È combattivo, pronto a dimostrare la propria innocenza» sottolinea sempre la sua legale.

Se la procura chiederà il rito immediato, la prima udienza potrebbe essere fissata per il 16 settembre, a novanta giorni dal fermo. Difficile comunque che si proceda in questo senso, più probabile che si vada verso l’ordinario: in quel caso, visto che la misura cautelare sarebbe di un anno, la difesa potrebbe chiedere misure più leggere per Bossetti, come gli arresti domiciliari.

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