Meridiana. “Palintegrati” salgono su torre di 40 metri Aeroporto di Olbia. I VIDEO

OLBIA- Questa mattina due dipendenti Meridiana, un pilota e un’assistente di volo, esasperati dal protrarsi inutile delle trattative, dalla posizione ferma sui licenziamenti ribadita dalle ultime interviste sprezzanti del Presidente Rigotti e dell’AD Scaramella, sono saliti su una torre di 40 metri nei pressi dell’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda con uno striscione riportante i nomi dei 1634 dipendenti che verranno licenziati e la scritta NO AI LICENZIAMENTI con l’intenzione di rimanerci ad oltranza fino alla fine della vertenza e fino a che non si avrà una risposta concreta da parte del Governo.

Non scenderemo sino alla fine della vertenza”, dicono i due uomini, saliti in sicurezza, con imbragatura e caschetti e pronti a rimane a 35 metri di altezza anche per giorni. La protesta arriva dopo un mese di presidi dei dipendenti in tutti gli aeroporti della Compagnia: Olbia, Cagliari, malpensa, Linate, Verona, al Ministero del lavoro a Roma durante gli incontri con le istituzioni e l’azienda.  Nel frattempo altri dipendenti Meridiana di Olbia, partiti questa mattina all’alba a bordo di pullman, sono arrivati a Cagliari e si sono uniti ai colleghi che manifestano davanti al Palazzo del Consiglio Regionale con un sit – in. Le “magliette rosse io sono un esubero” si stringono accanto ai colleghi sulla torre a cui porteranno in questi giorni generi di conforto e viveri, e continuano ancora più forte la richiesta: LAVORO, RIVOGLIAMO IL NOSTRO LAVORO. Diventa sempre più forte il bisogno di far sentire le proprie ragioni, soprattutto quando ci si sente davanti ad un muro di gomma, e a un’ingiustizia che appare sempre più evidente.

Da anni i dipendenti lanciano l’allarme sull’operazione avviata dalla compagnia che, nonostante il personale in cassa integrazione ha continuato a spostare le attività nella controllata Airitaly. Il risultato è  la messa a terra di un numero elevato di aeromobili e la chiusura di quasi tutte le basi operative. Fino all’ annuncio dell’azienda di voler avviare i licenziamenti per oltre 1600 dipendenti su 2100. L’epilogo è la disperazione dei lavoratori di Meridiana che sentono di avere i giorni  lavorativi contati. Viene da chiedersi se un paese civile possa permettere che a pagare la speculazione delle aziende debbano essere sempre i lavoratori. Molti sono genitori, entrambi impiegati nella compagnia. Altre sono donne sole, ultra quarantenni. Quali prospettive di futuro posso di avere questi uomini e donne?

La vicenda di Meridiana è sicuramente lo specchio di tante altre realtà di questa povera Italia, in cui la solitudine attanaglia il mondo del lavoro, in una desertificazione del tessuto sociale e politico. Un paese in cui alla verità e alla ragione si costruisce un muro di acciaio. Un paese in cui esisti se sei hai il coraggio di rompere il silenzio e resistere.

Dichiarazioni USB:

L’USB rimane al fianco dei lavoratori Meridiana, che si sono definiti “palintegrati”, e sottolinea  che la protesta in atto a Olbia evidenzia la profonda tensione vissuta da 1634 lavoratori, oggetto di un licenziamento di massa.

I “palintegrati” hanno dichiarato che non scenderanno sino a quando la vertenza non troverà un soluzione soddisfacente per tutti i lavoratori della storica compagnia, che oggi si vorrebbe trasformare in una scatola vuota assegnando i voli ad Airitaly ed di altre compagnie dell’est europeo.

Con questo stato di cose si arriverà alla riunione indetta il 17 ottobre  presso il ministero del Lavoro, dove l’USB riaffermerà la necessità fermare un’operazione basata sull’abbandono di rotte e mercato, dovuto ad incapacità manageriale.

In concomitanza con il tavolo, l’USB organizza un presidio sotto il ministero, in via Flavia 6 a Roma, a partire dalle ore 11.00.

 

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