Terni. Ucciso 27enne in strada con una bottiglia rotta

TERNI – Un 27enne, David Raggi,  è stato ucciso colpito al collo con  una bottiglia rotta, mentre stava passando in una delle piazze del centro di Terni. Il giovane, informatore farmaceutico, è stato aggredito da uno straniero all’uscita da un locale della zona. Raggi è morto praticamente subito dopo l’aggressione.

La polizia ha subito bloccato e poi arrestato l’uomo, rintracciato poco distante dalla piazza dove è avvenuto l’omicidio. L’aggressore sarebbe un marocchino che subito dopo l’omicidio è stato trovato a dorso nudo e in evidente stato di agitazione. Non è dunque per ora escluso che lo straniero possa aver colpito a caso subito dopo essere uscito da uno dei locali che si affacciano sulla piazza. Una circostanza emersa nelle indagini avviate subito dopo quanto successo e ancora al vaglio degli investigatori. Al momento sembra che il marocchino fosse stato espulso dall’Italia già nel 2007. Gli investigatori stanno quindi ricostruendo come e quando sia tornato.

Gli agenti hanno sentito diversi testimoni. In particolare giovani che si trovavano nei locali o in strada in quel momento. Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica per i rilievi. Elementi che messi insieme serviranno agli investigatori a ricostruire quanto successo e perché. Sul posto si è subito recato anche il questore Carmine Belfiore: è un “bruttissimo episodio”, ha detto. “Un episodio estremamente brutto – ha ribadito -, ma nella disgrazia sembra che siamo riusciti a fermare il presunto aggressore. Stiamo cercando di ricostruire l’accaduto”.

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha spiegato in una nota che “tutta la città è profondamente colpita e sgomenta”.  “L’episodio non trova alcuna giustificazione o attenuante. Si tratta di un delitto efferato, gratuito, dettato dalla violenza più assoluta”. “Non è ormai rinviabile – ha aggiunto, fra l’altro – l’impegno del Governo in particolare nel dotare gli enti locali di tutti quegli strumenti normativi ed economici necessari affinché chi opera direttamente sui territori sia messo nella condizione di essere strumento attivo della prevenzione e della sicurezza e non solo catalizzatore di richieste e rimostranze”.

Il ministro del’Interno, Angelino Alfano, ha detto che lo straniero “aveva fatto richiesta d’asilo che era stata respinta, ha quindi presentato ricorso e, in questo frangente, non ci poteva essere l’espulsione”. Secondo Alfano ora l’uomo “deve pagare fino in fondo per l’ignobile omicidio, non deve uscire più dal carcere. Lo Stato deve fare paura a chi fa cose ignobili come quella di stanotte”. –

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