Meredith: Cassazione, un’inchiesta dalle colpevoli omissioni

ROMA – Il processo per l’uccisione di Meredith Kercher ha avuto “un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose  defaillance o ‘amnesie’ investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine”. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni dell’assoluzione di Knox e Sollecito.

Ad avviso della Suprema Corte, se non ci fossero state tali defaillance investigative, e se le indagini non avessero risentito di tali “colpevoli omissioni”, si sarebbe “con ogni probabilità, consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell’estraneità” di Knox e Sollecito rispetto all’accusa di avere ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia il 1 novembre 2007. 

“L’inusitato clamore mediatico” del delitto Kercher e i “riflessi internazionali della stessa vicenda, non hanno “certamente giovato alla ricerca della verità” provocando una “improvvisa accelerazione” delle indagini “nella spasmodica ricerca” di colpevoli “da consegnare all’opinione pubblica internazionale”. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. 

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