Insegnante uccisa: strangolata con un laccio dall’ex allievo

TORINO – Gabriele Defilippi, fermato ieri dai carabinieri per l’omicidio della sua ex insegnante Gloria Rosboch, ha confessato nella notte di avere preso parte al delitto insieme al suo amico Roberto Obert, anche lui fermato e reo confesso. Lo conferma il suo legale, Pierfranco Bertolino. Nega con forza qualsiasi coinvolgimento nell’assassinio, invece, Caterina Abbattista, madre di Gabriele anche lei fermata nella serata di ieri. 

La professoressa Gloria Rosboch è stata strangolata con un laccio, di cui Gabriele Defilippi e Roberto Obert si sono liberati subito dopo l’omicidio. A stringerlo intorno al collo della donna è stato certamente uno dei due, ma le loro versioni al momento sono opposte. Di certo chi lo ha fatto era sul sedile posteriore della Renault Twingo di Obert, sulla quale la donna era stata invitata a salire. E’ quanto emerge dalla ricostruzione degli investigatori, e sarà l’autopsia, in programma nel pomeriggio, a confermare se la donna è morta soffocata, oppure è stata gettata nella cisterna ancora viva. I carabinieri hanno riferito che l’insegnante il 13 gennaio, giorno in cui di lei si persero le tracce, sarebbe salita spontaneamente sul veicolo, probabilmente attirata con la scusa della restituzione del denaro che Defilippi aveva da lei avuto nel 2014. La Twingo è stata ripresa da alcune telecamere di Castellamonte. Nelle immagini, che risalgono proprio al 13 gennaio, la Twingo è seguita anche un’altra auto, una Mini Cooper di colore giallo, sempre di proprietà di Obert. Secondo gli investigatori, sono le due auto utilizzate dagli arrestati per costruirsi l’alibi. Defilippi la sera prima aveva volontariamente danneggiato la sua, una Fiat 500, per portarla i officina. “Il 13 gennaio non sono uscito di casa, ero senza auto, la stavano riparando in officina” ha sempre ripetuto agli investigatori. Doveva essere questo il suo “alibi di ferro”.

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