Ignazio Marino sputtana il Pd e Renzi: “Se avessi seguito i loro consigli sarei in cella”

ROMA – Un Ignazio Marino  agguerrito e senza peli sulla lingua. Così è apparso l’ex sindaco della capitale alla presentazione del suo libro  “Un marziano a Roma” alla sede della Stampa estera.

Le riserve sulla sua presunta candidatura non sono ancora state sciolte, ma di sicuro Marino non risparmia accuse per nessuno reduce sconfitto dal Campidoglio: “Se avessi seguito tutti i consigli del Pd forse mi avrebbero messo in cella di isolamento”. E poi: “Roma bisognava sganciarla dalle lobby, mentre Renzi preferisce sedersi a tavola con le lobby”. Non a caso il primo capitolo del suo libro si intitola: “Ventisei coltellate. Un solo mandante”. Il riferimento è palese visto che il mandante è il premier e le 26 coltellate gli furono inflitte dai consiglieri comunali  dimessi davanti a un notaio.  Il resto è storia.

Tuttavia l’uscita di Marino non è piaciuta affatto ai dirigenti, come a Ernesto Carbone, esponente della segreteria Pd:  “Un sindaco che sa fare il suo lavoro, parla coi fatti. Un sindaco che non è capace, fa la vittima. Roma ha già pagato un prezzo troppo alto per le chiacchiere di Marino. Non lo inseguiremo nei suoi deliri. Se ha qualcosa di interessante da dire sotto il profilo giudiziario, vada in tribunale. Il resto è solo il meschino addio di un uomo che si è mostrato incapace di governare la capitale d’Italia”.

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