Terremoto: nonostante le difficoltà, la popolazione rimane a Norcia

NORCIA – “Noi vogliamo rimanere qua, non vogliamo essere deportati, rimarremo a dormire nelle macchine e nelle roulotte sperando che di poter andare a riprenderci un po’ di vestiti e generi di prima necessita’ quando riaprira’ la zona rossa. Ma da qui non ci muoviamo”.

E’ quanto dice Francesca D’Abbraccio, titolare di un ristorante di Norcia, la ‘capitale’ dei salumi del centro Italia. “Io ho un ristorante pieno di roba da mangiare ma non ci fanno entrare nella zona rossa, ad eccezione se non per prendere farmaci di prima necessita’ e cosi’ – racconta dopo una lunga e gelida notte in auto – siamo qua senza neanche lo spazzolino da denti, ma noi non ce ne andiamo”. Francesca D’Abbraccio lamenta anche il mancato intervento dopo il terremoto del 24 agosto: “Sono due mesi che chiediamo di puntellare degli edifici e non hanno fatto niente, tanto che una chiesa mi e’ crollata sulla casa distruggendola, hanno pensato solo a portare via le cose piu’ belle che non vedremo piu'”. 

Meno polemico ma altrettanto risoluto a rimanere Giuseppe Tuccini, magazziniere di un caseificio. “Ci hanno chiesto di andar via con i pullman, ma io non voglio e non posso perche’, nonostante il terremoto, l’azienda dove lavoro continua ad andare avanti come puo’. Io sono nato qui e voglio continuare a vivere qui”. E guardando al futuro, mentre le televisioni di tutto il mondo puntano gli obiettivi sulla citta’ di San Benedetto, Tuccini dice che non riesce “a immaginare il futuro”. “Non so che pensare perche’ la vita non tornera’ come prima, almeno per i prossimi dieci anni”. In effetti le difficolta’ sono tante ma, per quanto riguarda il cibo, i volontari della protezione civile rassicurano che ci sara’ da mangiare per tutti “quanto meno un piatto di pasta non manchera’ per nessuno, state tranquilli”, dice sorridendo uno dei tanti volontari impegnati ad aiutare il popolo di Norcia.  

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